Più che un Tavolo di confronto per lo Sviluppo Economico, si è rivelato un Tavolo di Sconforto! Dopo poche riunioni le buone intenzioni sbandierate dal governo si sono tradotte nei soliti meccanismi verticisti: la volontà di confronto è solo apparente!
Lo sconforto nasce dall’interpretazione che il governo dà al concetto di sviluppo: da un parte mantenimento dello status quo, dall’altra come una legalizzazione forzata di situazioni annose. Ne è un esempio il problema delle “guide” del centro storico, “oliate” da alcuni commercianti con una sorta di tangente sul venduto. Ed ecco che il governo al tavolo confronto, invece di parlare di controlli e sanzioni, preferisce avanzare proposte per sfruttare le furbate di questi commercianti nei confronti, ad esempio, del turismo russo.
E che fine faranno i commercianti che non hanno aderito a questi percorsi “alternativi”? Niente paura, per loro la prospettiva è rosea. Il target turistico del governo è alto, altissimo, di lusso: per attirarlo il governo punta sulle grandi infrastrutture. E allora si vuole trasformare la Cava dei Balestrieri in un Auditorium di cemento armato, mentre al parcheggio 7 si propone una SPA (con le tipiche acque termali del Titano!?) e parcheggio sotterraneo (per incentivare il traffico in un centro storico dall’eccellente viabilità). La ricetta del governo prevede inoltre di accorpare tutti quei negozietti troppo piccoli per essere apprezzati da un turismo di altissimo livello. Negozi più grandi, dati in pasto a grandi firme per turisti dalle grandi tasche. Per fare ciò naturalmente occorre superare il vincolo del 51% ai sammarinesi sul rilascio delle licenze, e concedere residenze, allargate anche alle famiglie degli imprenditori esteri. Su quali criteri avverranno queste concessioni, non è dato saperlo, dovremo fidarci!! Stesso metodo per la residenza concessa ai ricercatori del futuro Parco Scientifico e Tecnologico, (all’interno del quale non si spiega la presenza della Compagnia delle Opere), senza sapere a quali settori saranno dedicate le ricerche in questione. Vivisezione? Mine antiuomo? Tutto fa scienza!
Altro tipo di sanatoria viene proposta per le zone produttive che in questi anni si sono improvvisate nel commercio al dettaglio, bypassando ogni regola di licenza. Un esempio noto è a Rovereta. Stessa filosofia: nessun controllo, premio dei furbi e ispirazione dal loro operato. E nasce l’idea del nuovo Polo Commerciale Rovereta, con conversione dell’area da produttiva a commerciale.
L’esistente non viene minimamente preso in considerazione! Il governo vuole internazionalizzare a modo suo, vuole far diventare la Repubblica una base sicura per l’accesso all’Europa di paesi come la Russia e la Cina che, tra l’altro, nel 2011 si sono rispettivamente classificati alla posizione 117 e 141 nella classifica che esamina lo stato della democrazia in 167 paesi (la Russia è rientrata nella categoria “regime autoritario” e la Cina nella “dittatura democratica popolare”).
Poco conta se la Federazione Russa è appena uscita dalla white list dei paesi extracomunitari considerati affidabili in materia di antiriciclaggio (lo afferma il Ministero delle Finanze) d’altronde San Marino non è riuscita ancora ad entrarci!
Poco conta se la stessa San Marino è ancora nella black list del Ministero delle Finanze russo tra i paesi considerati “paradisi fiscali” (black list aggiornata al 1 gennaio 2013). Poi chiediamoci perché per le imprese sammarinesi è così difficile esportare…
Questa smania di aprire i nostri confini (storicamente sempre difesi) in maniera subdola sottolinea, a nostro avviso, la disperazione di un governo che considera le imprese sammarinesi incapaci di divenire fulcro di sviluppo. Il governo non crede nel valore dell’esistente e invece di cercare soluzioni per il “qui e ora” l’ancora di salvezza dall’esterno!
Invitiamo i cittadini a prendere le distanze da questo modo di ragionare, pretendiamo che il governo comunichi senza infigimenti le proprie intenzioni alla popolazione! Questo tavolo di confronto/sconforto ha dimostrato l’ennesima gestione verticistica, utilizzata come cassa di risonanza per alcuni “poteri forti” e che rischia di vedere le associazioni di categoria relegate al ruolo farlocco di mediatrici di decisioni già prese.
Anziché importare soluzioni preconfezionate, vista l’incapacità attuale di contenere i potenziali rischi conseguenti, occorre partire dalla valorizzazione dell’esistente e dalla qualità, variabili in grado di garantire uno sviluppo di tipo virtuoso capace di incidere in modo positivo anche sull’immagine della Repubblica all’estero.
Ma ancora prima, occorre capire che se le soluzioni che vogliamo adottare per San Marino riescono a soddisfare prima di tutto la qualità della vita e i bisogni di chi a San Marino già ci vive, allora il successo sarà automatico. Un centro storico e un territorio pensati su misura per la popolazione, che rendano felici, orgogliosi e attivi gli abitanti, avranno automaticamente successo anche tra i turisti, che solo nei nostri 60 kmq potranno trovare specificità uniche al mondo!
Allo stesso modo, se le condizioni del fare impresa a San Marino fossero soddisfacenti prima di tutto per le imprese che già vi operano, che qui hanno già investito, allora sarà più facile attirare anche investitori esteri che abbiano i requisiti e le carte in regola!
Pensiamo prima al contenuto e poi alla confezione. Non viceversa!
RETE può!
Lo sconforto nasce dall’interpretazione che il governo dà al concetto di sviluppo: da un parte mantenimento dello status quo, dall’altra come una legalizzazione forzata di situazioni annose. Ne è un esempio il problema delle “guide” del centro storico, “oliate” da alcuni commercianti con una sorta di tangente sul venduto. Ed ecco che il governo al tavolo confronto, invece di parlare di controlli e sanzioni, preferisce avanzare proposte per sfruttare le furbate di questi commercianti nei confronti, ad esempio, del turismo russo.
E che fine faranno i commercianti che non hanno aderito a questi percorsi “alternativi”? Niente paura, per loro la prospettiva è rosea. Il target turistico del governo è alto, altissimo, di lusso: per attirarlo il governo punta sulle grandi infrastrutture. E allora si vuole trasformare la Cava dei Balestrieri in un Auditorium di cemento armato, mentre al parcheggio 7 si propone una SPA (con le tipiche acque termali del Titano!?) e parcheggio sotterraneo (per incentivare il traffico in un centro storico dall’eccellente viabilità). La ricetta del governo prevede inoltre di accorpare tutti quei negozietti troppo piccoli per essere apprezzati da un turismo di altissimo livello. Negozi più grandi, dati in pasto a grandi firme per turisti dalle grandi tasche. Per fare ciò naturalmente occorre superare il vincolo del 51% ai sammarinesi sul rilascio delle licenze, e concedere residenze, allargate anche alle famiglie degli imprenditori esteri. Su quali criteri avverranno queste concessioni, non è dato saperlo, dovremo fidarci!! Stesso metodo per la residenza concessa ai ricercatori del futuro Parco Scientifico e Tecnologico, (all’interno del quale non si spiega la presenza della Compagnia delle Opere), senza sapere a quali settori saranno dedicate le ricerche in questione. Vivisezione? Mine antiuomo? Tutto fa scienza!
Altro tipo di sanatoria viene proposta per le zone produttive che in questi anni si sono improvvisate nel commercio al dettaglio, bypassando ogni regola di licenza. Un esempio noto è a Rovereta. Stessa filosofia: nessun controllo, premio dei furbi e ispirazione dal loro operato. E nasce l’idea del nuovo Polo Commerciale Rovereta, con conversione dell’area da produttiva a commerciale.
L’esistente non viene minimamente preso in considerazione! Il governo vuole internazionalizzare a modo suo, vuole far diventare la Repubblica una base sicura per l’accesso all’Europa di paesi come la Russia e la Cina che, tra l’altro, nel 2011 si sono rispettivamente classificati alla posizione 117 e 141 nella classifica che esamina lo stato della democrazia in 167 paesi (la Russia è rientrata nella categoria “regime autoritario” e la Cina nella “dittatura democratica popolare”).
Poco conta se la Federazione Russa è appena uscita dalla white list dei paesi extracomunitari considerati affidabili in materia di antiriciclaggio (lo afferma il Ministero delle Finanze) d’altronde San Marino non è riuscita ancora ad entrarci!
Poco conta se la stessa San Marino è ancora nella black list del Ministero delle Finanze russo tra i paesi considerati “paradisi fiscali” (black list aggiornata al 1 gennaio 2013). Poi chiediamoci perché per le imprese sammarinesi è così difficile esportare…
Questa smania di aprire i nostri confini (storicamente sempre difesi) in maniera subdola sottolinea, a nostro avviso, la disperazione di un governo che considera le imprese sammarinesi incapaci di divenire fulcro di sviluppo. Il governo non crede nel valore dell’esistente e invece di cercare soluzioni per il “qui e ora” l’ancora di salvezza dall’esterno!
Invitiamo i cittadini a prendere le distanze da questo modo di ragionare, pretendiamo che il governo comunichi senza infigimenti le proprie intenzioni alla popolazione! Questo tavolo di confronto/sconforto ha dimostrato l’ennesima gestione verticistica, utilizzata come cassa di risonanza per alcuni “poteri forti” e che rischia di vedere le associazioni di categoria relegate al ruolo farlocco di mediatrici di decisioni già prese.
Anziché importare soluzioni preconfezionate, vista l’incapacità attuale di contenere i potenziali rischi conseguenti, occorre partire dalla valorizzazione dell’esistente e dalla qualità, variabili in grado di garantire uno sviluppo di tipo virtuoso capace di incidere in modo positivo anche sull’immagine della Repubblica all’estero.
Ma ancora prima, occorre capire che se le soluzioni che vogliamo adottare per San Marino riescono a soddisfare prima di tutto la qualità della vita e i bisogni di chi a San Marino già ci vive, allora il successo sarà automatico. Un centro storico e un territorio pensati su misura per la popolazione, che rendano felici, orgogliosi e attivi gli abitanti, avranno automaticamente successo anche tra i turisti, che solo nei nostri 60 kmq potranno trovare specificità uniche al mondo!
Allo stesso modo, se le condizioni del fare impresa a San Marino fossero soddisfacenti prima di tutto per le imprese che già vi operano, che qui hanno già investito, allora sarà più facile attirare anche investitori esteri che abbiano i requisiti e le carte in regola!
Pensiamo prima al contenuto e poi alla confezione. Non viceversa!
RETE può!
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