In Consiglio si discute del Decreto che fissa criteri per la determinazione ed erogazione della retribuzione di risultato dei membri del Comitato Esecutivo dell'ISS. Ieri si è aperto il dibattito, oggi l'esame dell'articolato. L’obiettivo della norma – spiega il Segretario alla Sanità - è stabilire criteri chiari di valutazione dell’attività dei direttori, perseguendo il duplice obiettivo di testarne l’operatività e procedere con la rimozione dal ruolo in caso di scarsi risultati. Principio che andrebbe allargato a tutta l'amministrazione, commenta Andrea Zafferani, ma il fatto che obiettivi e valutazione spettino ai Segretari di Stato a Sanità, Interni e Finanze non piace all'opposizione. Così – avverte RF - ogni tipo di oggettività decade e la discrezionalità può servire a premiare un dirigente oppure penalizzarlo. “Un serio processo di valutazione dell'amministrazione è doveroso – chiarisce Zafferani - ma dovrebbe essere tecnico, non politico, a partire dalla scelta dei parametri, coinvolgendo tutto il paese.
Il Decreto, per la minoranza, è servito solo a superare il tetto degli stipendi, con Matteo Ciacci che parla di “ennesima piroetta di Rete”, mentre Giuseppe Morganti fa notare che nasce proprio da chi denunciava dall'opposizione lo strapotere del Congresso. “L'ingerenza della politica nella sanità – rimarca - va contro il principio stesso della nostra sanità che è la democrazia”, ricordando che il piano sanitario viene definito e discusso in Consiglio. “E' l'Aula parlamentare che decide gli obiettivi – puntualizza - non il Congresso”. Individuare parametri oggettivi all'interno dei quali valutare il servizio svolto è difficile – dice Nicola Renzi, “su un piatto della bilancia c'è la produttività dell'amministrazione e sull'altra l'autonomia, che è dato di sicurezza nei confronti del cittadino”. La Dc sostiene fortemente il provvedimento che introduce nell'ambito della spesa pubblica – afferma Francesco Mussoni - il concetto di costi e benefici.
“Serve una gestione oculata considerando i 24 milioni di euro lievitati in un triennio”, “la legge sui medici – aggiunge Emanuele Santi – ci è costata 4 milioni”. Il Segretario Ciavatta ricorda che il Comitato Esecutivo è nominato dal Congresso di Stato, ritiene quindi che a valutare debba essere chi dà l'incarico. Posizione opposta, quindi, a quella di RF, che in un emendamento chiede il coinvolgimento nella fissazione degli obiettivi anche degli attori sociali del paese: associazioni sindacali, datoriali e dei consumatori.
Un altro emendamento di RF, anch'esso respinto, riguarda l'analisi del Comitato Esecutivo, che “deve essere fatta – dice Miriam Farinelli - da persone competenti in materia sanitaria”. Durante la discussione Guerrino Zanotti si chiede come mai non si sia mai pensato di affidare la verifica degli obiettivi all'Authority sanitaria. Ciavatta chiarisce: molti degli obiettivi non sono di stretta pertinenza sanitaria, ma riguardano temi come tempi brevi di liste di attesa e controlli e gestione delle spese. Riguardo alla decisione di non investire il Consiglio nella valutazione degli obiettivi “ad un Comitato Esecutivo di una struttura in perdita – spiega – possono essere richiesti obiettivi impopolari”.
“In questo paese se le cose non funzionano non risponde mai nessuno” - commenta il Segretario alle Finanze - “vorremmo cercare di cambiare regole che fino ad oggi non hanno funzionato”. Un esempio, le stabilizzazioni. “Se ci troviamo a farle è perché chi doveva organizzare concorsi non li ha fatti”.
Il Consiglio ratifica il decreto con 34 voti favorevoli e 9 contrari. Ora si discute del decreto sull'aumento della tassa di circolazione