Al centro dell’incontro, che si è svolto alla Farnesina, la riforma del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’Italia è capofila di un gruppo informale di Paesi dell’Onu denominato UFC, Unitine for consensus, che lavora per migliorare la democrazia, la funzionalità e la rappresentatività del consiglio di Sicurezza e al quale la Repubblica guarda con interesse. I rappresentanti dei paesi presenti hanno convenuto su quattro punti principali per l’attuazione della riforma. Qualsiasi riforma, è stato convenuto, dovrà essere approvata con il più ampio consenso da parte degli Stati membri.
Al secondo punto si è stabilito che dovrà favorire la rappresentatività del Consiglio di Sicurezza sia nei confronti paesi piccoli e medi, sia delle regioni sottorappresentate come l’Africa. Al terzo punto si sottolinea che occorre responsabilizzare maggiormente il consiglio stesso nei confronti dell’assemblea generale.
All’ultimo punto si auspica che qualsiasi riforma non dovrà compromettere l’efficienza del consiglio di sicurezza. I quattro punti trattati però, è stato sottolineato in chiusura, non costituiscono una proposta formale ma linee guida per i negoziati sulla riforma previsti dalla seconda metà di febbraio.
Al secondo punto si è stabilito che dovrà favorire la rappresentatività del Consiglio di Sicurezza sia nei confronti paesi piccoli e medi, sia delle regioni sottorappresentate come l’Africa. Al terzo punto si sottolinea che occorre responsabilizzare maggiormente il consiglio stesso nei confronti dell’assemblea generale.
All’ultimo punto si auspica che qualsiasi riforma non dovrà compromettere l’efficienza del consiglio di sicurezza. I quattro punti trattati però, è stato sottolineato in chiusura, non costituiscono una proposta formale ma linee guida per i negoziati sulla riforma previsti dalla seconda metà di febbraio.
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