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Riforme e Libertà su prospettive del sistema bancario

10 feb 2009
La serata
La serata
L’attuale situazione è il frutto di ritardi accumulati, come la ratifica mai avvenuta dell’accordo contro le doppie imposizioni e la mancata firma di quello di cooperazione del 2006, “impedita - afferma Riforme e Libertà - da alcuni partiti recalcitranti, che paventavano rischi di rinuncia alla sovranità. Era una trattativa aperta che avrebbe prodotto contropartite: oggi - sostengono - rischiamo di non poter contrattare”.
Si rimproverano una scarsa determinazione a tirare diritto, l’ascolto di chi sosteneva si dovesse resistere ai cambiamenti. Il riferimento è alle associazioni di categoria, che secondo Claudio Felici hanno frenato l’azione del Governo. E’ mancata la capacità di avviare un percorso virtuoso e questi sono i risultati. Il rischio di blocco delle carte di credito lo hanno interpretato come una forma di minaccia: “L’Italia – ha sostenuto Pier Marino Mularoni – vuole convincerci a cedere”.
Per il Capogruppo dei DdC “i nuovi obblighi di verifica da parte delle banche finiranno per allontanare chi chiede semplice riservatezza e non i presunti malfattori”.
Il capogruppo di Sinistra Unita, Ivan Foschi, ritiene indispensabile rivedere i capisaldi in cambio di una adeguata contropartita. “Diversamente - dichiara - non credo sia difficile firmare accordi cedendo su tutta la linea". Al Governo chiedono spiegazioni sul giudizio negativo della bozza di accordo di cooperazione e di rivelare, in aula consiliare, quale intesa voglia invece perseguire.

Sergio Barducci

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