“Ci siamo messi il cappio al collo”, “il paese è entrato in un cul de sac”. Libera non usa mezze parole: interessi annuali oltre 20 milioni sono insostenibili. “E' un risultato fallimentare” tuona Luca Boschi; perché – chiede Giuseppe Morganti – a San Marino viene chiesto il 6,5% quando paesi come Grecia e Portogallo pagano due punti in meno? Iro Belluzzi fa notare come in Italia un bot collocato nel decennale abbia un tasso d'interesse del 3,50. “Noi per un triennale – dice - paghiamo il doppio”.
Il partito non ha dubbi: “Dipende dalla considerazione acquisita sui mercati. Il debito sammarinese è talmente a rischio che costa caro finanziarlo. Significa– attacca Morganti – che nessuno crede nelle riforme sammarinesi. E quelle fatte, non hanno sortito effetti”. Per Iro Belluzzi non è stato compresa l'esigenza di cambiare passo, stringendo accordi con Bce e Bankitalia. Ma c'è una domanda, su tutte: “Dove sono finiti i 340 milioni che stiamo rifinanziando? “In spesa corrente e in pancia alle banche” – dice Boschi. “Quindi, bruciati”.
“Non si parla più di spending review, c'è sperpero di denaro pubblico, è un Governo di sole cicale”, commenta Morganti, ricordando le 160 assunzioni degli ultimi mesi. Il debito, per Libera, mette a rischio anche la nostra sovranità. Forse – afferma– ce la siamo in parte già giocata sui mercati internazionali. Sappiamo bene quali sono le forze che li dominano”.
Domani, dunque, il partito cosa farà? “Andremo in Aula, i Decreti dovrà votarli la maggioranza – dice Boschi - e una volta fatto, speriamo che ci sia qualche elemento di responsabilità per prendere atto dello sfacelo prodotto”. Non diremo alla maggioranza di non votarli - chiarisce - “anche perché, se non lo fanno, salta il paese”.