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E’ rottura fra gli Europopolari e il Nuovo Partito Socialista

18 mar 2008
L'aula consiliare
L'aula consiliare
Fra le due forze si era instaurato un tavolo di confronto permanente, che gettava le basi per una collaborazione continuativa, ma le dichiarazioni dei giorni scorsi del vice segretario, Erik Casali, sono suonate così offensive ai vertici degli EPS, da causare l’interruzione del dialogo politico. Un attacco basso e vile, lo definiscono, al quale non sono seguite smentite. Per gli Europopolari Erik Casali aveva mosso accuse inaccettabili alla dignità dei giovani consiglieri EPS, considerati – citano le parole usate - “spingibottoni”, “succubi del PSD e di capibastone”, accusati di “sistemare i propri aderenti grazie alla Commissione Urbanistica”. Ma c’è di più. Il vice segretario socialista, nelle sue affermazioni, citava il “Reggente che si è macchiato della vergogna di andare a votare i cittadini il 3 agosto del 2003”. Affermazioni – replicano gli Europopolari – prive di ogni fondamento. Nella commissione urbanistica - spiegano - tutti i progetti all’onore delle cronache non sono stati approvati anche grazie al nostro consigliere; in merito alla “vergogna” di votare il 3 agosto 2003, quella – aggiungono – fu la scelta migliore, considerato che in quella tornata il quesito sulla preferenza unica raccolse 1.200 voti in più di oggi. Ci siamo sempre astenuti dall’esprimere giudizi irrispettosi nei confronti di chicchessia – concludono gli EPS – e quindi anche nei confronti del Nuovo Partito Socialista, dal momento che non pensiamo di essere depositari della verità ma solo impegnati a lavorare e proporre idee e progetti per il nostro Paese.
Ne prendo atto senza nessuna sorpresa – commenta il Segretario dei Nuovi Socialisti, Augusto casali. A me sembrava – aggiunge – che il tavolo di confronto fosse già interrotto da diverse settimane. Un dialogo – dichiara casali – che oltrettutto mi pare abbia prodotto poco o nulla. Trovo superfluo – conclude – si sia voluto ufficializzare la rottura, dal momento che oramai era un fatto scontato.

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