Una lunga segreteria, al termine della quale il Partito dei Socialisti e Democratici sembra essere uscito compattato. L’apertura della Democrazia Cristiana è vista da alcuni più come un tentativo di gettare zizzania, che una reale volontà di riproporre il governo straordinario. L’unità resta fondamentale, per il Psd, anche se ieri non sono mancati momenti di tensione per il disequilibrio tra le due anime del partito che si è venuto a creare dopo il voto. Il Psd si sente forte del risultato ottenuto domenica che lo pone in una situazione di centralità, tanto da consentirgli diverse possibilità di governo. Raggiungendo quota 7018 voti si porta ad un passo dal primato di partito di maggioranza relativa. Risultato che cambia gli equilibri politici ed esprime una forte voglia di cambiamento. La riforma della legge elettorale rappresenta il primo e più importante obiettivo del Partito. Poi l’Europa e la riforma fiscale. obiettivi che costituiscono la base di discussione con le altre forze politiche e per la verifica delle possibili convergenze. A questo proposito la segreteria ha nominato la delegazione che parteciperà alle consultazioni per la formazione del nuovo governo: Mauro Chiaruzzi, Giuseppe Morganti, Fiorenzo Stolfi, Roberto Bucci, Stefano Macina, Germano De Biagi, Patrizia Busignani e Rossano Fabbri. Infine, un ringraziamento agli elettori che hanno consentito al Psd di rappresentare 1/3 del Paese, e un rammarico per la scarsa presenza femminile in Consiglio Grande e Generale.
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