È l’ennesimo regalo annunciato, solo l’ultimo in ordine di tempo, quello che il governo si appresta a fare al gruppo di “imprenditori” ai quali, a fronte di 250 assunzioni annunciate, vengono concessi sgravi di ogni tipo mettendo però mano al portafoglio di tutti i Sammarinesi. Se le agevolazioni di ordine fiscale e tributario possono avere senso a fronte di un numero considerevole di assunzioni, l’esborso economico a fondo perduto da parte dello Stato è una misura antieconomica che non va nella direzione dell’interesse pubblico.
Se questo succede è perché ormai la commistione è totale: i politici spesso sono anche imprenditori, gli imprenditori a volte diventano banchieri e in questo vortice di vasi comunicanti i politici imprenditori decidono le agevolazioni verso le imprese, e verso le banche, e, quasi sempre, alla fine è lo Stato paga per tutti. La trasparenza tanto invocata sulle quote di banche e società finanaziarie è rimasta un optional destinato ad essere noto solo ad una piccola élite di persone che decide arbitrariamente chi può essere banca e chi invece deve chiudere i battenti. Bene Comune, infatti, si guarda bene dal realizzare una vera trasparenza del settore, perché altrimenti il coacervo di personaggi e interessi poco edificanti verrebbe alla luce.
Nessuno si meravigli se poi la politica porta avanti convenzioni in cui la parte pubblica mette il denaro e il privato fa i profitti, e i mal di pancia dei piccoli partiti ci sono solo in occasione delle feste di partito. Poi però, quando i riflettori della festa si spengono, tornano a votare allineati e fedeli alla linea del loro governo.
Le elargizioni di denaro pubblico a fondo perduto, senza alcun ritorno per la Repubblica, da parte di questo governo si contano ormai a milioni di euro con esito a dir poco disastroso.Sarebbe sufficiente che invece ci si attenesse alle più semplici leggi dell’economia di mercato, per cui si possono agevolare le imprese private che intendono investire in territorio in molti i modi: con sgravi fiscali su imposte dirette o indirette o per le assunzioni di personale, ma a fronte di un investimento pubblico, non può essere esclusivamente il privato a trarne profitto mentre allo Stato restano solo i costi.
Comunicato stampa Sinistra Unita
Se questo succede è perché ormai la commistione è totale: i politici spesso sono anche imprenditori, gli imprenditori a volte diventano banchieri e in questo vortice di vasi comunicanti i politici imprenditori decidono le agevolazioni verso le imprese, e verso le banche, e, quasi sempre, alla fine è lo Stato paga per tutti. La trasparenza tanto invocata sulle quote di banche e società finanaziarie è rimasta un optional destinato ad essere noto solo ad una piccola élite di persone che decide arbitrariamente chi può essere banca e chi invece deve chiudere i battenti. Bene Comune, infatti, si guarda bene dal realizzare una vera trasparenza del settore, perché altrimenti il coacervo di personaggi e interessi poco edificanti verrebbe alla luce.
Nessuno si meravigli se poi la politica porta avanti convenzioni in cui la parte pubblica mette il denaro e il privato fa i profitti, e i mal di pancia dei piccoli partiti ci sono solo in occasione delle feste di partito. Poi però, quando i riflettori della festa si spengono, tornano a votare allineati e fedeli alla linea del loro governo.
Le elargizioni di denaro pubblico a fondo perduto, senza alcun ritorno per la Repubblica, da parte di questo governo si contano ormai a milioni di euro con esito a dir poco disastroso.Sarebbe sufficiente che invece ci si attenesse alle più semplici leggi dell’economia di mercato, per cui si possono agevolare le imprese private che intendono investire in territorio in molti i modi: con sgravi fiscali su imposte dirette o indirette o per le assunzioni di personale, ma a fronte di un investimento pubblico, non può essere esclusivamente il privato a trarne profitto mentre allo Stato restano solo i costi.
Comunicato stampa Sinistra Unita
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