Il Governo prende tempo e rimanda a settembre l’avvìo dell’iter parlamentare per la riforma fiscale. Troppi approfondimenti sono ancora necessari, troppe verifiche da parte delle forze politiche e delle categorie economiche. Gli stessi sindacati chiedevano uno slittamento, per consentire di valutare meglio una serie di passaggi di quell’intervento che modificherà sensibilmente il rapporto del fisco con il contribuente, che dovrà necessariamente cambiare una serie di questioni per far tornare i conti e per raggiungere quell’equilibrio auspicato. Le organizzazioni dei lavoratori invocano equità, i liberi professionisti avanzano alcune perplessità, gli imprenditori non nascondono alcune contrarietà, anche se la filosofia di fondo sembra raccogliere diversi consensi. L’articolato è già pronto, in un cassetto della Segreteria delle Finanze, in attesa di completare tutti i confronti. Intanto altri provvedimenti approderanno in aula consiliare. Tra questi la normativa sullo scambio di informazioni, appena emendata e licenziata in Commissione Finanze, poi l’istituzione della Commissione Consiliare permanente sulle infiltrazioni della criminalità organizzata, che insieme al nuovo Ordinamento Giudiziario dovrà fornire nuovi strumenti alla lotta contro la malavita. Si affronteranno invece a parte gli aspetti che riguardano il riordino delle forze di polizia e la creazione dell’Ufficio Inquirente. “A fine luglio – fa notare il Segretario alla Giustizia, Augusto Casali – avremo l’Osservatorio sulla Legalità, la Commissione Antimafia e le modifiche all’ordinamento giudiziario, strumenti importanti per il contrasto alle infiltrazioni”.
s.b.
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