In casa Dc divampa la critica. Teodoro Lonfernini si dimette dalla Direzione e chiede un Congresso Generale già nelle prime settimane di febbraio. Si aspetta anche le dimissioni di ogni incarico. “Nulla di personale – spiega - ma la volontà di contrastare il suicidio politico di chi è da sempre molto attivo nel partito”. In una lunga lettera definisce fallimentari le strategie del passato e funzionali solo a qualcuno. Lancia un forte j'accuse contro chi ha cercato di isolarlo o tenerlo ai margini perché “parlava troppo”. “Ho sempre sostenuto – dice - una linea decisa per il vero cambiamento e troppo spesso mi sono sentito solo”. Ora che si è giunti al capolinea – spiega - è tempo di un cambio di passo e non solo di "scintille". Infine, uno sguardo al futuro, per una politica moderna fatta con la gente e tra la gente, che sappia rispettare valori e principi che guardino sì alla dottrina sociale della Chiesa ma in maniera laica e non clericale.
Nel Psd non è invece resa dei conti, ma il malumore cova sotto la cenere. Chi era contrario alla scissione ora si aspetta riflessioni politiche sulle scelte fatte. Domani sera, in Direzione, potrebbero alzarsi voci critiche. C'è chi, fuori microfono, ritiene la coalizione morta il 4 dicembre e riguardo a scenari futuri vuole ragionare a 360 gradi. Gerardo Giovagnoli assicura che ci sarà un'analisi approfondita di una sconfitta che brucia e sui cui errori è bene fare chiarezza. “Ma ha poco senso – aggiunge - parlare di correnti e spartizioni con un voto che ci consegna all'opposizione con numeri fortemente ridimensionati”. Prima delle elezioni si parlava di Congresso ma oggi le cose sono cambiate. “Non è fondamentale definire date – spiega - ma trovare il giusto assetto, ripartire, ridare una linea politica dall'opposizione, operare un rinnovamento. Tutto questo è propedeutico alla celebrazione del Congresso, non il contrario”. Insomma, l'Assise generale si farà quando il Psd suggellerà qualcosa di positivo. Per quanto riguarda la segreteria, si va avanti con la gestione collegiale.
Leggi la lettera integrale di Teodoro Lonfernini.
Nel Psd non è invece resa dei conti, ma il malumore cova sotto la cenere. Chi era contrario alla scissione ora si aspetta riflessioni politiche sulle scelte fatte. Domani sera, in Direzione, potrebbero alzarsi voci critiche. C'è chi, fuori microfono, ritiene la coalizione morta il 4 dicembre e riguardo a scenari futuri vuole ragionare a 360 gradi. Gerardo Giovagnoli assicura che ci sarà un'analisi approfondita di una sconfitta che brucia e sui cui errori è bene fare chiarezza. “Ma ha poco senso – aggiunge - parlare di correnti e spartizioni con un voto che ci consegna all'opposizione con numeri fortemente ridimensionati”. Prima delle elezioni si parlava di Congresso ma oggi le cose sono cambiate. “Non è fondamentale definire date – spiega - ma trovare il giusto assetto, ripartire, ridare una linea politica dall'opposizione, operare un rinnovamento. Tutto questo è propedeutico alla celebrazione del Congresso, non il contrario”. Insomma, l'Assise generale si farà quando il Psd suggellerà qualcosa di positivo. Per quanto riguarda la segreteria, si va avanti con la gestione collegiale.
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