Udienza del Collegio Garante sulla legittimità del taglio del 5% ai precari pubblici

E' chiamato a pronunciarsi sulla legittimità costituzionale dell'art. 44, comma 7 della Legge 174 del 2013, il Collegio Garante: vale a dire l'articolo che prevede una riduzione straordinaria del 5% sul monte stipendi dei precari del Settore Pubblico Allargato, in aggiunta alla decurtazione generale del 1,5%. Passaggio che i ricorrenti definiscono in aperto contrasto con l'art. 13 della Dichiarazione dei Diritti: la ritengono, infatti, una norma che propriamente stabilisce un prelievo fiscale, in violazione del rispetto del principio della capacità retributiva di ognuno. "Prelievo – ha insistito l'avvocato Gian Luca Mularoni in rappresentanza dei ricorrenti – che nella sostanza E' una nuova imposta”. Una ricostruzione, questa, non corretta secondo l'Avvocatura dello Stato: quella del 5% - dicono - è una riduzione stipendiale a tutti gli effetti e che tra l'altro non si rifà alla sola legge di bilancio 2013 ma conta dei precedenti in quanto obiettivo discusso e approvato in sede di riforma della Pubblica Amministrazione, con la legge 105 del 2009. Dal canto loro, i Saggi hanno chiesto se la decurtazione del 5% interessasse solo la retribuzione o anche gli oneri contributivi; un aspetto da appurare e che, ai fini della sentenza, potrebbe essere oggetto di una specifica istruttoria. Il Collegio, ascoltate le motivazioni delle parti, ha quindi dichiarato conclusa l'udienza e si è ritirato in Camera di Consiglio. La decisione, entro massimo 60 giorni. Nell'occasione i Garanti hanno proceduto anche al controllo delle firme raccolte per i referendum abrogativi su libera professione dipendenti ISS e decreto FondISS. A convalida avvenuta, spetterà alla Reggenza emettere il decreto per fissare la data del voto.

Silvia Pelliccioni