La Repubblica di San Marino ha partecipato al vertice delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. L’evento, al di là delle dichiarazioni di principio e dei discorsi ufficiali in cui la comunità internazionale e gli stati membri delle Nazioni Unite si assumono degli impegni, dovrebbe dare anche l’occasione di fare una piccola riflessione su quanto sta facendo la Repubblica di San Marino e – soprattutto - se sia possibile fare di più. A distanza di 22 anni dal “Rio earth summit” la comunità internazionale si interroga se sia possibile ridurre le emissioni di CO2 e limitare gli impatti che la crescita economia sta portando al clima globale. UPR ritiene apprezzabile l’impegno della Repubblica di San Marino a livello internazionale con la presenza a questi vertici, ma consideriamo prioritario a livello nazionale attuare degli interventi concreti. Interventi che dovrebbero essere prioritariamente sviluppati dallo Stato, per un aspetto etico e poi estendersi verso la collettività. Il Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-moon ha afferrmato: "Oggi siamo qui per fare la storia. Il costo umano e ambientale del cambiamento climatico sta diventando insopportabile", frase forte, semplice che sintetizza quanto sta accadendo intorno a noi. Perché San Marino non adotta misure concrete per dare l’esempio? Facciamo delle proposte? Dismettiamo le auto di grossa cilindrata in uso alle cariche istituzionali e rimpiazziamole con vetture ibride o elettriche, allestendo centri di ricarica alimentati da energie rinnovabili. Altri? Le sedi istituzionali sono all’interno di edifici altamente energivori, Palazzo Pubblico potrebbe avere degli impianti per produrre energia da fonti rinnovabili e accorgimenti per ridurre il consumo elettrico interno, con impianti elettrici e apparecchiature a basso consumo. Questo ragionamento può essere estero a tutte le sedi istituzionali sede delle Segreterie di Stato o di enti pubblici. Ricordiamo ad esempio che ci sono caseifici che utilizzano energia verde e noi invece abbiamo la centrale del latte pubblica – prossima alla vendita – che “cade letteralmente a pezzi” e il verde li si vede solo negli arbusti che circondano la sede produttiva. C’è stata una politica miope, con progetti nell’edilizia pubblica non innovativi e scarsamente lungimiranti. Andrebbe avviata una svolta per dare un segno concreto che la Repubblica di San Marino non lavora per ridurre l’inquinamento globale solo partecipando ai summit mondiali, ma da un fattivo contributo con azioni reali. Sono state elaborate delle normative per dare incentivi ai cittadini che vogliono riqualificare le proprie abitazioni ma è troppo poco. UPR considera prioritario lanciare un percorso per rendere la Repubblica di San Marino uno stato all’avanguardia in questo settore, sviluppando anche processi imprenditoriali a elevato valore economico ed etico. In un momento di grave recessione economica gli interventi per ridurre l’inquinamento sono anche azioni che oltre ad avere un valore etico hanno ricadute positive sull’economia sviluppando nuovi settori di business. La lotta al cambiamento climatico non si fa solo a parole ma con atti concreti e UPR si impegnerà affinché ciò possa avvenire.
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