Ancora incerto il quadro politico, legato all’esito della votazione in seduta segreta dell’ordine del giorno della minoranza, immediatamente seguito dalle dimissioni del presidente di Banca Centrale, Antonio Valentini. In caso di voto positivo all’odg inevitabile l’apertura della crisi, ma anche in caso di voto negativo sarà una questione comunque di numeri. Sono giorni di ampio confronto nella compagine di governo, soprattutto nel Partito dei Socialisti e Democratici. “Siamo il partito maggioranza relativa – dice Paride Andreoli – abbiamo il dovere di individuare le soluzioni più adatte a risolvere la crisi”. Non parla di strappi o ricuciture all’interno della sua compagnie, dove i più hanno individuato la mancanza dei voti necessari. “I numeri in ballo possono essere diversi – ribadisce il Segretario politico – noi stiamo cercando di capire i motivi dello strappo non individuare colpevoli”.
In ogni caso per Andreoli l’ipotesi più accreditata è quella delle elezioni anticipate. Proprio sul Psd si puntano le attenzioni dei tre alleati: Alleanza Popolare, Sinistra Unita e Democratici di Centro che guardano con favore alle elezioni anticipate, per sgombrare il campo da brutte sorprese e favorire un clima di maggiore certezza.
Lunedì sera è intanto in programma l’ultimo passaggio negli organismi interni, con la riunione del Consiglio Direttivo PSD. Il rebus della maggioranza sembra essere tutto nelle mani del partito di maggioranza. Ap ribadisce di non avere franchi tiratori al suo interno e di aver già fatto un confronto. "Finchè il problema resta circoscritto in un partito spetta a quel partito risolverlo – dice Fernando Bindi - quando investirà la maggioranza spetterà alla maggioranza risolverlo". "Presumo che martedì dal voto esca una maggioranza – prosegue il capogruppo di Ap - ma dovrà esserlo anche nei numeri, per continuare in una azione di governo incisiva, che sta infastidendo quei poteri forti che hanno caratterizzato gli anni ’90 e che continuano ad avere degli interlocutori anche oggi".
In ogni caso per Andreoli l’ipotesi più accreditata è quella delle elezioni anticipate. Proprio sul Psd si puntano le attenzioni dei tre alleati: Alleanza Popolare, Sinistra Unita e Democratici di Centro che guardano con favore alle elezioni anticipate, per sgombrare il campo da brutte sorprese e favorire un clima di maggiore certezza.
Lunedì sera è intanto in programma l’ultimo passaggio negli organismi interni, con la riunione del Consiglio Direttivo PSD. Il rebus della maggioranza sembra essere tutto nelle mani del partito di maggioranza. Ap ribadisce di non avere franchi tiratori al suo interno e di aver già fatto un confronto. "Finchè il problema resta circoscritto in un partito spetta a quel partito risolverlo – dice Fernando Bindi - quando investirà la maggioranza spetterà alla maggioranza risolverlo". "Presumo che martedì dal voto esca una maggioranza – prosegue il capogruppo di Ap - ma dovrà esserlo anche nei numeri, per continuare in una azione di governo incisiva, che sta infastidendo quei poteri forti che hanno caratterizzato gli anni ’90 e che continuano ad avere degli interlocutori anche oggi".
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