Leader mondiali, ong, società civile, settore bancario e imprenditoriale insieme per dare una svolta all'impegno mondiale verso coloro che soffrono. Da tre anni le Nazioni Unite lavorano al Vertice di Istanbul con un obiettivo ben preciso: passare dalle parole ai fatti e adottare un Programma di azione per l'umanità. Sullo sfondo l'aggravarsi delle crisi, delle guerre, delle catastrofi ambientali che hanno messo in ginocchio 130 milioni di persone. "Decidiamo, qui e ora, non solo di mantenere le popolazioni in vita ma di dare loro una chance di esistenza dignitosa", ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Insomma quello sulle rive del Bosforo non si configura semplicemente come evento di raccolta fondi, ma – primo nel suo genere – si propone di migliorare il modo in cui il mondo reagisce alle emergenze umanitarie. Tuttavia il rischio che il Summit abbia un impatto limitato è direttamente proporzionale alla capacità dei governi di affrontare le cause profonde delle crisi e la sistematica violazione dei diritti umani. Chi non si illude affatto in questo senso è 'Medici senza Frontiere': l'organizzazione, dopo aver a lungo contribuito a prepararlo, ha infatti disertato il vertice definendola “un'occasione persa”. “Perché trascura - ha spiegato l'ong - di rimarcare gli obblighi degli Stati a rispettare le leggi sugli aiuti umanitari e il diritto umanitario nei conflitti”, ricordando infine che solo lo scorso anno 75 dei suoi ospedali sono stati bombardati.
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