Dopo gli scontri delle ultime settimane sull’immigrazione, sembra tornato il sereno nei rapporti tra Italia e Francia. In un vertice a Roma, Berlusconi e Sarkozy concordano sulla necessità di riformare i trattati di Schengen, pur senza abolirli, per fronteggiare le ondate migratorie dal Nordafrica. A partire dalla possibilità di ripristinare le frontiere in casi di emergenza. Ma nella politica italiana è bufera sulla decisione di Palazzo Chigi di far partecipare aerei italiani ai bombardamenti in Libia contro obiettivi militari in mano a Gheddafi. Una scelta che per Berlusconi è inevitabile. Il presidente Napolitano benedice l’incremento dell’impegno militare italiano nell’operazione libica, che considera una naturale evoluzione del percorso avviato a livello internazionale. La Lega, però, non ci sta: Berlusconi assicura di avere dalla sua Bossi, con cui è in continuo contatto. Ma Calderoli, l’influente ministro del Carroccio, si oppone ai bombardamenti e annuncia sul tema un caldo dibattito in Consiglio dei ministri. E nel centrodestra la posizione della Lega non è isolata: anche esponenti del Popolo delle Libertà, come i sottosegretari Mantovano e Giovanardi, sono contrari ai raid in Libia. Divisa anche l’opposizione. Mentre Di Pietro dice un fermo no alle bombe, il Partito democratico, che punta a sua volta il dito sulle fratture della maggioranza, ha una linea più morbida, in linea con le tesi del Quirinale. E la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro chiede al governo di riferire al Parlamento.
Francesco Bongarrà
Francesco Bongarrà
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