Un titolo che nasce da una frase di don Luigi Sturzo, fondatore nel settembre del 1900 della democrazia Cristiana, e 18 anno dopo protagonista della nascita del Partito Popolare Italiano e primo segretario. Un’assemblea quella dei Popolari sammarinesi che si celebra a due anni dalla nascita della nuova forza politica, un congresso che si propone di lasciare il segno con la definizione di un progetto politico ben preciso e dettagliato. Toccherà al presidente, Romeo Morri, aprire la prima assise del suo partito. Un intervento, il suo, previsto dopo i saluti delle altre forze politiche, una relazione per ricordare i passi compiuti in questi due anni, i passaggi cruciali della politica dalla sua chiave di lettura, i progetti del futuro. E di progetti i Popolari dimostrano di averne tanti. Quello che sottoporranno al giudizio non solo dell’assemblea ma dell’intero Paese è un documento corposo, fatto di spunti e approfondimenti ma soprattutto di proposte. Proposte in tema di economia, per ridisegnarne l’intero assetto, sul Casinò, per il cui controllo diretto dello Stato si battono da tempo; poi l’Europa e la valutazione attenta su un possibile ingresso a pieno titolo e ancora la possibilità dell’introduzione dell’Iva, la riforma fiscale, la politica estera e l’elenco potrebbe continuare. Un documento – spiegano i Popolari – che è il frutto di lunghi mesi di lavoro e di confronto, di studio approfondito, di analisi politica. E adesso, con l’assemblea di questa sera, lo affidano al paese, alla politica, perché si esprima su queste proposte e sulla sua possibile adozione. Pronti al confronto, al contraddittorio, ad una analisi comune, per raggiungere un punto di sintesi nell’interesse della collettività. “Mediazione e dialogo – spiegano – sono i terreni su cui ci piace misurarsi”. 'Ma attenzione - mettono in guardia – su due obiettivi non accettiamo compromessi: la costruzione di una casa comune del centro e l’impegno per ridare stabilità e benessere al paese'.
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