Voto ai Sammarinesi esteri, ma senza preferenze

Passato l’emendamento di Sinistra Unita, con 9 voti di scarto, nonostante il parere contrario espresso dai due partiti maggiori, cancellato l’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, che tanto aveva fatto discutere, duramente contestato dalla Consulta dei Sammarinesi residenti all’estero. Un esito che condizionerà pesantemente la prossima tornata elettorale. In aula sono tornate le considerazioni sul diritto al voto, sulle differenze o le uguaglianze tra cittadini, ma soprattutto sulle distorsioni, sugli abusi legati all’esercizio del voto, ai “voti comprati”. Ad appoggiare con convinzione Sinistra Unita c’erano Alleanza Popolare, Lista Civica Noi Sammarinesi, Popolari, Alleanza Nazionale e Nuovo Partito Socialista. Non ritengono opportuno affrontare il tema, in un momento così delicato, Democrazia Cristiana, Partito dei Socialisti e dei Democratici e Democratici di Centro. "E’ una questione sicuramente da risolvere – hanno sostenuto - ma non a campagna elettorale oramai aperta e con un consiglio praticamente sciolto visto che tutti i consiglieri hanno già presentato le loro dimissioni". L’articolo 7 prevedeva per i sammarinesi di nuova generazione, che hanno compiuto 18 anni all’entrata in vigore della legge, la possibilità di esprimere il voto solo dopo aver presentato personalmente domanda di iscrizione nelle liste elettorali e dopo un anno dall’acquisto della effettiva residenza anagrafica in territorio. Passaggi politici significativi tanto più che arrivano da una seduta parlamentare che doveva essere squisitamente tecnica.
La presidente della Consulta dei sammarinesi residenti all’estero Anna Maria Neri Ceccoli esprime un primo commento positivo sulle novità introdotte anche se precisa di non aver ancora sentito il parere delle comunità estere, non italiane.