Il rigetto del ricorso che chiedeva di rivedere le liste elettorali era stato messo in conto dalle comunità sammarinesi all’estero. Il giorno dopo la sentenza del commissario Felici decidono comunque di non arrendersi e in settimana, già da domenica, valuteranno tutte le strade percorribili per il riconoscimento del diritto di voto ai neomaggiorenni esteri. “Ci dispiace” le prime parole del presidente della Consulta, Anna Maria Neri Ceccoli, che aspetta comunque di conoscere in dettaglio le motivazione della sentenza prima di esprimere un giudizio.
Già al lavoro l’avvocato Renzo Bonelli che sta valutando i passi successivi da qui alle elezioni ed eventualmente dopo. Il legale della Consulta si aspettava comunque una reazione diversa da parte delle istituzioni: “Pensavo che al rigetto del ricorso – dice Bonelli – esprimessero rincrescimento e l’intenzione di intervenire, mentre hanno semplicemente ribadito di aver agito secondo la legge”. “La decisione del commissario Felici, sotto forma di sentenza, è inappellabile - prosegue l’avvocato - ma riteniamo sia impugnabile in sede amministrativa dal momento che si tratta di un provvedimento di questo genere. Nella sentenza si evince in sostanza che quando i diritti sono enunciati non basta per esercitarli, uno dei punti di forza dell’intervento del segretario Ciavatta allora mi chiedo: perché si fa lo sciopero che è solo enunciato e non c’è legge che lo prevede?”. “Tutte le strade legittime e possibili saranno tentate. Un passo necessario per la Consulta dal momento che ogni eventuale ricorso al tribunale di Strasburgo è fattibile solo dopo aver esaurito tutte le azioni del nostro ordinamento. Anche perché – conclude Bonelli – questo è uno degli argomenti che da l’immagine a un paese”, lasciando intendere come possa venire offuscata dal fatto che il 2% della popolazione non potrà votare.
Già al lavoro l’avvocato Renzo Bonelli che sta valutando i passi successivi da qui alle elezioni ed eventualmente dopo. Il legale della Consulta si aspettava comunque una reazione diversa da parte delle istituzioni: “Pensavo che al rigetto del ricorso – dice Bonelli – esprimessero rincrescimento e l’intenzione di intervenire, mentre hanno semplicemente ribadito di aver agito secondo la legge”. “La decisione del commissario Felici, sotto forma di sentenza, è inappellabile - prosegue l’avvocato - ma riteniamo sia impugnabile in sede amministrativa dal momento che si tratta di un provvedimento di questo genere. Nella sentenza si evince in sostanza che quando i diritti sono enunciati non basta per esercitarli, uno dei punti di forza dell’intervento del segretario Ciavatta allora mi chiedo: perché si fa lo sciopero che è solo enunciato e non c’è legge che lo prevede?”. “Tutte le strade legittime e possibili saranno tentate. Un passo necessario per la Consulta dal momento che ogni eventuale ricorso al tribunale di Strasburgo è fattibile solo dopo aver esaurito tutte le azioni del nostro ordinamento. Anche perché – conclude Bonelli – questo è uno degli argomenti che da l’immagine a un paese”, lasciando intendere come possa venire offuscata dal fatto che il 2% della popolazione non potrà votare.
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