Alla Reggenza hanno denunciato gravi violazioni delle norme sul voto e chiesto di farsi garante del pieno rispetto delle regole. A Palazzo Pubblico sono saliti di prima mattina: c’erano esponenti di Alleanza Popolare, della Lista Civica Noi Sammarinesi, Sinistra Unita, Nuovo Partito Socialista, Partito dei Popolari. Insieme per denunciare quello che definiscono il mercato del voto e di cui alcuni di loro sono stati testimoni. 'A Misano – dichiarano – ci sono circa 300 sammarinesi provenenti dall’Argentina, sono stati portati qua - affermano - per votare, stipati in tre alberghi, costretti a non avere contatti con la Repubblica, praticamente segregati in attesa di recarsi alle urne. E’ un fatto estremamente grave che getta ombre oscure sulla consultazione elettorale, sull’esercizio del voto libero e consapevole, che offende, soprattutto, la dignità di queste persone'. Gian Nicola Berti, che ha condotto il blitz, armato di telecamera, racconta di persone che affollavano le hall degli alberghi e la strada sulla quale si affacciano: tutti terrorizzati – racconta – mal disposti a parlare con noi, dichiarando di non poterlo fare. Qualcuno – aggiunge – ha confermato di essere qui per votare. “Non ce l’abbiamo con loro – spiegano i rappresentanti dei partiti di opposizione – anzi siamo solidali e intendiamo tutelarli. Chiediamo che la magistratura sammarinese si muova, sulla scorta delle notizie già diffuse, intendiamo rivolgerci – aggiungono – anche alla magistratura italiana con una denuncia per minacce e persecuzione e agli organismi internazionali. La legge parla chiaro – ricordano – il voto organizzato, il voto in qualche modo estorto è un reato grave. Difficile sapere se si tratti di responsabilità di partiti o di singoli candidati, ma con una breve indagine è facile risalire. La Reggenza – ricordano – ha in questo periodo pieni poteri e può decidere in assoluta autonomia che cosa fare'. Non escludono, gli esponenti dei 5 partiti di opposizione, anche il rinvio delle elezioni o la possibilità di invalidare il voto. 'Se le elezioni – aggiungono – sono formalmente legittime, non lo sono politicamente. Questi fatti accrescono il solco fra cittadini, residenti e non, e gettano ombre sulla legittimità delle preferenze. Chiediamo - concludono - un approccio deciso e radicale. Questa volta non ci fermeremo, intendiamo andare fino in fondo'.
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