Anche la Repubblica si mobilita in favore di Asia Bibi detenuta in Pakistan dal 2009 per motivi religiosi . Dopo la petizione popolare italiana e la consegna di 31 mila firme, insieme alle centinaia raccolte a San Marino, portate all'ambasciata pachistana di Roma. Iniziativa fortemente voluta da Avvenire e media cattolici appoggiata dal Centro Sociale Sant'Andrea per l'immediata liberazione della giovane donna cristiana. Il Consiglio Grande e Generale ha approvato all'unanimità l'ordine del giorno proposto, che vincola il Governo ad agire in favore di Asia Bibi, in sede diplomatica direttamente sul presidente pachistano. La vicenda ha dell'inverosimile: in una zona rurale una lavorante dei campi va a prendere l'acqua per tutte le altre donne del villaggio accusata, poi, di aver contaminato la bevanda e offeso il Corano pregando Cristo e citando il Vangelo. Segregata, picchiata e violentata, condannata a morte per blasfemia vive in prigionia senza poter vedere la famiglia. Lei ha perdonato e dimenticato nonostante le violenze oggi attende di tornare libera senza vincoli e rivendicazioni. Il suo caso ha fatto breccia nelle coscienze di molti cittadini di paesi islamici e la pressione internazionale farà il resto anche per tutte le donne 'diverse' del mondo islamico sottoposte a discriminazioni e angherie in nome di Dio. Nel video Filippo Tamagnini (Consigliere Pdcs)
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