Edward Kennedy "Duke" Ellington definirlo semplicemente "musicista" è svilente per il suo immenso talento, Duke è stato un direttore d'orchestra, compositore e pianista. Ancora oggi Duke Ellington è considerato uno dei massimi compositori del '900, oltre le etichette di genere; grande è stata e rimane la sua influenza su generazioni di jazzisti: dalle orchestre bianche di Woody Herman e Charlie Barnet a Thelonious Monk e Charles Mingus, e poi le avanguardie più underground di Sun Ra e Archie Shepp. Grande è il debito nei confronti del duca anche da parte dell'esule africano Dollar Brand, Muhal Richard Abrams e di Anthony Davis. Inizia la sua carriera dalla fine degli anni dieci suonando professionalmente, come pianista, nella sua Washington e solo pochi anni dopo, manifesta le sua qualità manageriali.Decide di mettersi in proprio, raduna attorno a sé alcuni amici musicisti, Sonny Greer e Otto Hardwick, per suonare a feste e in locali da ballo. Nel 1922, grazie a Sonny Greer, si trasferisce a New York per suonare con il complesso di Wilbur Sweatman; il primo importante ingaggio a New York, in uno dei più eleganti locali di Harlem, data al luglio 1923 con la Snowden's Novelty Orchestra.
Nel 1927 Ellington ottiene un contratto nel locale più in vista di Harlem: il "Cotton Club" questa si rivelerà una svolta decisiva nella sua carriera. Sono anni fondamentali per la scelta dell'organico, e conseguentemente della sonorità, dell'orchestra e della preparazione di un repertorio. Ed è proprio a quegli anni il 1927, che risalgono i primi capolavori riconosciuti di Ellington: brani in stile jungle, come richiedeva la moda esotica del momento per gli spettacoli pseudo-africani del Cotton Club (Black and Tan Fantasy, The Mooche, East St.Louis Toodle-Oo) e brani d'atmosfera e di carattere intimista (Black Beauty, Mood Indigo). Il jungle era gradito ai bianchi: i neri erano ancora visti come creature semplici e primitive. E siamo solo all'inizio, non si era "ancora del tutto emancipato". Tra il 1940 e il 1943 prende vita una straordinaria serie di incisioni che complessivamente costituiscono uno dei vertici assoluti della musica del Novecento e insieme il contributo più duraturo e generalmente riconosciuto di Ellington alla storia della musica afroamericana.
L'idea che le sue composizioni fossero dei "quadri musicali" o che egli riuscisse a "dipingere con i suoni", fu un concetto più volte espresso dallo stesso Ellington, che non a caso in gioventù aveva lungamente coltivato anche una certa passione per la pittura. Ma è a partire dal 1943 Ellington inizia a tenere ogni anno un concerto alla Carnegie Hall (1943-1948) tempio della musica colta d'ispirazione europea, in occasione del quale presenta, a ogni concerto, una nuova composizione in forma di suite ad ampio respiro. Nel 1943 viene presentata, e per fortuna incisa integralmente (cosa che non accadrà più in studio, se non in versioni frammentarie), una composizione ispirata alla storia dell'integrazione razziale dei neri negli Stati Uniti, dal titolo Black, Brown and Beige. Arriviamo agli anni sessanta e settanta nel collettivo brillarono le presenze di Norris Turney (sax alto, flauto), Harold Ashby (sax tenore), Fred Stone (flicorno), Buster Cooper e Julian Priester (trombone), Aaron Bell, Joe Benjamin e Ernest Shepard (contrabbasso), e Rufus Jones (batteria). Duke Ellington morì, di cancro ai polmoni, il 24 maggio 1974, assistito dal figlio Mercer e senza sapere che pochi giorni prima era morto anche il fidato collaboratore Paul Gonsalves per overdose di eroina. Mercer Ellington non aveva avuto il coraggio di dargli la brutta notizia.
Nel 1976 Stevie Wonder gli dedicherà quello che sarà uno dei suoi più grandi successi, il brano Sir Duke.