La scomparsa di un cantante è sempre una notizia triste, perchè gli artisti con i loro brani accompagnano la vita di tutti e firmano la colonna sonora di momenti, amori e storie di ciascuno di noi. In certe occasioni poi ad aggiungere ulteriore tristezza al dispiacere per la perdita di un "compagno di viaggio", c'è l'amara constatazione che non ci sia nessuno che lo ricordi per un ultimo doveroso tributo.
È il caso di Barry Ryan che se n'è andato nei giorni scorsi ad appena 72 anni nella totale indifferenza degli addetti ai lavori nonostante sia stato veramente un numero uno di nome e di fatto non solo in Inghilterra suo paese d'origine, ma ovunque. Primo nelle classifiche di tutta Europa in quel fatidico 1968 che avrebbe inciso profondamente nella Società, con tutti i cambiamenti nel Costume che si portò appresso. Una popstar che la Gran Bretagna ha celebrato degnamente sui media insieme al suo amico di infanzia Cat Stevens che ha postato su Instagram un accorato saluto.
Quasi tutti i paesi dell'europa hanno scritto un breve tributo per la scomparsa dell'interprete della celeberrima "Eloise". Figlio di Marion Ryan, la "Maryln Monroe del pop inglese" come veniva definita, Barry formò col gemello Paul( che per un periodo ebbe una fidanzata riminese: Sonia) un duo molto attivo e di successo nei primi anni 60. Frangetta, giacca attillata e pantaloni a tubo, i ragazzi Ryan potevano sembrare due Beatles o uno dei tanti gruppi della British invasion.Dopo qualche anno, Paul, più introverso rispetto al gemello, preferì fare un passo indietro continuando comunque ad occuparsi di musica scrivendo canzoni. E fu così che confezionò per il fratello e le sue doti vocali, "Eloise" il brano che portò Barry al primo posto in tutta Europa, un vero e proprio boom, con cinque milioni di copie vendute e una gloria imperitura.
"Eloise" infatti è una canzone stratosferica, che passa dai ritmi melodici a quelli rock senza soluzione di continuità, un brano di grande atmosfera e intensità dai toni melodrammatici e dalle atmosfere teatrali che risiedono nelle note e si sviluppano in una lunghezza inusuale (oltre 5 minuti). Di "Eloise" Barry Ryan interpretò anche una versione in italiano ripresa anche da Claude Francois (l'autore originale di "My way" e "Piange il telefono" ) che dopo averla incisa in francese la lanciò anche da noi.
Dopo questo successo, Barry Ryan, ne collezionò altri ("Love is love", "Colour of my love", ecc.) consolidando la sua fama e popolarità, pur ottenendo una minore diffusione internazionale, poi a fine anni 70, lasciò il microfono e l'attività comparendo di tanto in tanto negli show dedicati al vintage nelle varie tv europee. Si occupò così di quello che era stato sempre il suo hobby, la fotografia, diventando un reporter professionista molto aprrezzato. Fino a qualche giorno fa, quando se n'è andato in punta di piedi per un arresto cardiaco. Un "The end" inaspettato e improvviso dopo una vita comunque sotto i riflettori.
I miei ricordi di questo brano vanno a ritrovare una gita in seconda media dove nel "mangiadischi di una mia compagna trovava posto solo il 45 g. "Eloise" che ci tenne compagnia per il viaggio di andata e di ritorno. Per quella canzone che mi risuona nella mente e mi ricorda, come vecchie foto ingiallite, il Gilberto timido e introverso che aveva 12 anni e da grande voleva fare il giornalista, con tristezza ed emozione saluto un pezzo della mia colonna sonora di quegli anni. Ciao Barry