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Compra 909 libri in due ore

Professore collezionista possiede 9000 volumi

di Lia Fiorio
18 set 2019

909 libri. E' stato il bottino di un professore che in poche ore ha fatto "shopping" per così dire e poi caricatili in macchina se li è portati a casa.  Ha condiviso sul web la foto dell'auto, e sembrava che i volumi uscissero addirittura dai finestrini! Il protagonista di questa storia è un professore universitario della Sapienza, Carlo Serafini, che insegna letteratura italiana contemporanea. Una passione la sua che ha bisogno anche di una organizzazione domestica. Dice «Le case di oggi sono molto più piccole di quelle di un tempo e diventa più difficile trovare lo spazio per tenerli. Ma ci si può organizzare. Basta mettere librerie fino al soffitto, sotto ai tavoli da pranzo e più file di libri per ogni scaffale».

In totale i libri che possiede sono più di 9000 e per il prof, la cosa più difficile è archiviarli in modo da poterli ritrovare facilmente. «Il problema è saperli ordinare. Diventa complicato ricordare dov'è ogni libro. Ho recentemente ricomprato “La noia” di Moravia perché ce l'avevo a casa, ma proprio non mi ricordavo dove.» Nell'epoca del digitale i collezionisti di libri hanno luoghi dove ritrovarsi. «Io frequento spesso i bookCrossing – spiega –. Sono ovunque e si trovano libri meravigliosi. Ho trovato la prima edizione di Pinocchio, con dedica dell'autore a pochissimi euro». 

Il mondo dei libri «è un mondo divertente, ma anche faticoso. Acquistare 909 libri in un pomeriggio coinvolge anche il fisico. Occorre pensare a come trasportarli fino a casa e studiare due o tre trucchetti per non arrivare stesi». Ma tutti questi libri, li ha letti tutti? «L'ho sempre trovata una domanda scema. Come posso aver letto 9mila libri. Ho una famiglia, un lavoro, dei figli. Molti non capiscono e credono che avere tutti questi libri ma non averli letti tutti sia una cosa inutile. Ma è un fatto di collezionismo, hanno un significato, servono a vedere il mondo in maniera diversa e poi trasmettono calore. Quelli che hanno significato molto per me sono pochi, e li ho trattati malissimo. Sono rovinati e sgualciti».

In definitiva una passione profonda per il libri. Ma si può trasmettere agli altri, magari ai più giovani? «Si può sedurre ma non imporre. Si possono gettare dei semi che possono andare su un terreno fertile, o su un sasso. Se poi qualcuno torna indietro e ti racconta di quanto è stato importante il tuo contributo vuol dire che ha funzionato».



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