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E che "smart working" sia ... ma dai caraibi

Il governo delle Barbados si offre di ospitare per un anno coloro che lavorano da remoto

di Mirco Zani
13 lug 2020
E che "smart working" sia ... ma dai caraibi

Se c'è una nostalgia che il lockdown ha ingigantito più di ogni altra, è senza dubbio quella di ritirarsi su di un isola lontana da tutti sperduta nell'oceano. E deve essere stato lo stesso pensiero che il governo delle Barbados ha fatto, dichiarando di voler ospitare sulla splendida isola dei Caraibi tutti coloro che svolgono il lavoro da remoto. La proposta è davvero indecente nel suo essere altamente seducente, annunciando di dare ospitalità per ben un anno (12 mesi), a coloro che lo desiderano, ovvero lavorare da remoto connettendosi e svolgendo i propri incarichi, in riva al mare.



La decisione presa dal governo delle Barbados va nella direzione di un tentativo di ripresa dell'economia fortemente provata dal lockdown, che ha visto il fermo delle navi da crociera e le compagnie di volo con gli aerei ben piantati al suolo.Essendo il turismo la fonte principale delle entrate governative, si sono subito attivate le contromisure attraverso la voce del primo ministro che ha annunciato la neonata “Barbados Welcome Stamp”, che consiste in una una sorta di timbro di benvenuto di 12 mesi per lavorare sull’isola in smart working. Se ci siete ancora, o meglio, quelli che sono rimasti, sappiate che dal 12 Luglio riaprono i confini, quello che dovete sapere è: appena arrivati tutti rigorosamente muniti di mascherina, dovranno sottoporsi al test sierologico, che una volta risultato negativo saranno i benvenuti sull' isola da sogno dei Caraibi, le Barbados.

Mi fermo qui, anche perché suppongo siano tutti al "Check-in"... è stato un piacere, alla prossima!







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