"Collodi oggi si sarebbe molto divertito". E' una battuta amara quella di Edoardo Bennato mentre sfoglia i giornali, con i titoli di apertura che raccontano di un'Italia che annaspa nelle sabbie mobili di un voto che a un mese e mezzo dalle elezioni non è ancora riuscito a consegnare al Paese un governo. E oltre 40 anni dopo il concept album Burattino senza fili (uscito nel 1977), il cantautore torna ad appoggiarsi al padre di Pinocchio per raccontare l'Italia di oggi. Esce infatti Mastro Geppetto, il brano inedito che apre Burattino senza fili 2017, pubblicato pochi mesi fa, accompagnato da un videoclip "kolossal" con la regia di Stefano Salvati e oltre 200 comparse, e che va così a completare il panorama dei personaggi dello storico disco.
"Nell'album originale tralasciai due figure di spicco: Lucignolo (che porta Pinocchio allo scatafascio nel paese dei balocchi) e soprattutto Mastro Geppetto, perché li trovavo ostici dal punto di vista rock - racconta il cantautore napoletano all'ANSA -. L'anno scorso ho trovato la soluzione. E così tutto il mondo di Collodi è tornato: insieme a Mastro Geppetto, che è diventato un artigiano in pensione, e a Lucignolo, un pr che organizza rave party, ritroviamo il Gatto e la Volpe, la Fata, Mangiafuoco e i giudici. Tutti personaggi più che mai attuali: lo erano nel '77, lo sono ancora di più oggi. Come il Grillo Parlante, comico senza volerlo: contate su di lui, vi salverà. Dite che ci sono personaggi veri dietro queste maschere? Nooooo - ironizza Bennato -: ovviamente ogni riferimento è puramente casuale. E' Collodi che parla, non io". La favola collodiana, con i suoi aspetti ironici ma anche kafkiani, diventa quindi è il canovaccio ideale "per parlare dei nostri tic, delle nostre debolezze, delle nostre velleità, delle nostre schizofrenie, adesso, nel presente, nel 2018".
Alle favole del resto Bennato è affezionato: con Sono solo canzonette si era immerso nel mondo di Peter Pan (1980), diventato nel 2006 un musical ("ora lo abbiamo tradotto in inglese, il 3, 4 e 5 maggio viene rappresentato a Muscat in Oman e l'obiettivo è Broadway"), e con La fantastica storia del Pifferaio Magico nel 2005, metafora di un'Italia che andava a rotoli. "La formula della favola è stato il modo per essere meno cupo rispetto a quello che facevo agli inizi; per spettacolarizzare gli eterni mali che ci affliggono; per rappresentare i nostri paradossi. E fu per me anche il passaggio da artista d'elite a nazional-popolare, ahimè, con tutto quello che ne comportava. Ma nelle canzonette devo fare poesia prima che geopolitica, per poter arrivare a tutti". Il videoclip di Mastro Geppetto è anche un anticipo del musical "burattino senza fili", in preparazione, che verrà messo in scena nel 2019, dopo il successo decennale riscosso da Peter Pan. "Quando ho realizzato questo album pensavo proprio al musical. Ci sono canzonette (le chiama sempre così, ndr) orecchiabili e con l'aggiunta di Lucignolo e Mastro Geppetto finalmente il musical di Pinocchio o meglio di Burattino senza fili si può metterlo in scena".
Prossimi impegni per Bennato, l'8 giugno sarà ospite di punta al Comacchio Beach Festival-La musica per la sostenibilità (8 e 9 giugno), nell'unico concerto (gratuito) che farà in estate con ospite Alex Britti, presentando anche il video di Mastro Geppetto che è stato realizzato all'Almagià di Ravenna. "Il 1 maggio? Ho suonato spesso al Concertone, ma per ora nessuno mi ha chiamato. E' ancora una festa che vale la pena celebrare".
fonte ANSA
"Nell'album originale tralasciai due figure di spicco: Lucignolo (che porta Pinocchio allo scatafascio nel paese dei balocchi) e soprattutto Mastro Geppetto, perché li trovavo ostici dal punto di vista rock - racconta il cantautore napoletano all'ANSA -. L'anno scorso ho trovato la soluzione. E così tutto il mondo di Collodi è tornato: insieme a Mastro Geppetto, che è diventato un artigiano in pensione, e a Lucignolo, un pr che organizza rave party, ritroviamo il Gatto e la Volpe, la Fata, Mangiafuoco e i giudici. Tutti personaggi più che mai attuali: lo erano nel '77, lo sono ancora di più oggi. Come il Grillo Parlante, comico senza volerlo: contate su di lui, vi salverà. Dite che ci sono personaggi veri dietro queste maschere? Nooooo - ironizza Bennato -: ovviamente ogni riferimento è puramente casuale. E' Collodi che parla, non io". La favola collodiana, con i suoi aspetti ironici ma anche kafkiani, diventa quindi è il canovaccio ideale "per parlare dei nostri tic, delle nostre debolezze, delle nostre velleità, delle nostre schizofrenie, adesso, nel presente, nel 2018".
Alle favole del resto Bennato è affezionato: con Sono solo canzonette si era immerso nel mondo di Peter Pan (1980), diventato nel 2006 un musical ("ora lo abbiamo tradotto in inglese, il 3, 4 e 5 maggio viene rappresentato a Muscat in Oman e l'obiettivo è Broadway"), e con La fantastica storia del Pifferaio Magico nel 2005, metafora di un'Italia che andava a rotoli. "La formula della favola è stato il modo per essere meno cupo rispetto a quello che facevo agli inizi; per spettacolarizzare gli eterni mali che ci affliggono; per rappresentare i nostri paradossi. E fu per me anche il passaggio da artista d'elite a nazional-popolare, ahimè, con tutto quello che ne comportava. Ma nelle canzonette devo fare poesia prima che geopolitica, per poter arrivare a tutti". Il videoclip di Mastro Geppetto è anche un anticipo del musical "burattino senza fili", in preparazione, che verrà messo in scena nel 2019, dopo il successo decennale riscosso da Peter Pan. "Quando ho realizzato questo album pensavo proprio al musical. Ci sono canzonette (le chiama sempre così, ndr) orecchiabili e con l'aggiunta di Lucignolo e Mastro Geppetto finalmente il musical di Pinocchio o meglio di Burattino senza fili si può metterlo in scena".
Prossimi impegni per Bennato, l'8 giugno sarà ospite di punta al Comacchio Beach Festival-La musica per la sostenibilità (8 e 9 giugno), nell'unico concerto (gratuito) che farà in estate con ospite Alex Britti, presentando anche il video di Mastro Geppetto che è stato realizzato all'Almagià di Ravenna. "Il 1 maggio? Ho suonato spesso al Concertone, ma per ora nessuno mi ha chiamato. E' ancora una festa che vale la pena celebrare".
fonte ANSA
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