Il fenomeno dei ‘sober bar’, i bar sobri, dove si servono solo bevande analcoliche, cresce di anno in anno. Ce ne sono nelle principali metropoli americane, da New York a Los Angeles, da Orlando ad Austin e in quelle inglesi, dove fanno da contraltare ai rinomati pub che si riempiono il venerdì sera di clienti a caccia di sbronze.
A Parigi si segnala l’apertura del Déjà Bu, un bar dove si bevono Spritz, Gintonic e altri vini a zero gradazione alcolica. Inaugurano anche in Italia l’ultimo a Torino e i supermercati della penisola ampliano gli scaffali dedicati alle bevande analcoliche, inclusi i vini.
Imprenditori e bartender coraggiosi accettano la sfida di proporre sempre più bevande, spumanti, birre, cocktail e aperitivi senza alcol in nome di una maggiore socializzazione tra avventori, bere senza gradazione alcolica aiuterebbe, assicurano e per andare incontro alla richiesta crescente di chi non beve bevande alcoliche per credo religioso, malattie croniche, siamo un popolo che invecchia e altre motivazioni personali.
Infine per questioni di coscienza degli stessi gestori di bar perché c’è anche chi si sente in colpa nel servire bevande che fanno male alla salute e l’alcol è in cima alla alla lista delle sostanze tossiche, con il fumo e via dicendo. “I sober bar ridefiniscono la vita notturna” titolava la Cnn segnalando l’apertura di un nuovo locale ad Austin, Texas, il Sans Bar.