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Il Vinile sorpassa il CD non succedeva da trent'anni

In Italia cambia il modo di ascoltare e di comprare musica

di Mirco Zani
23 apr 2021

Per chi ha più di 40 anni la musica era ed è il vinile. Questo materiale del quale erano fatti i famosi Long Plain, per tutti LP divenne per tutti sinonimo di musica, canzoni facendo il paio con Stereo. L'avvento del CD ha mandato dapprima in pensione il disco in vinile, chiudendo per sempre un epoca e dirigendo in soffitta tutta quella parte romantica che avvolgeva l'oggetto fine a se stesso. Per poi offrire un prodotto che dal punto vista del suono doveva proiettarci in un futuro sempre più libero da "rumori" sgraditi come il friggere, o il saltare della puntina sul graffio del disco.  Tutti a procurarsi il famoso lettore CD perché il vinile rappresentava il passato e i dischi nuovi erano tutti nel nuovo formato. Ma a volte ritornano e per la prima volta da quel 1991 le vendite al dettaglio segnano un inversione di rotta, si torna a preferire il vecchio superato vinile. A confermarlo sarebbe la FIMI (Federazione industria musicale italiana), il vinile ha venduto di più, per la prima volta dal 91. Solo nel primo trimestre di quest'anno, il vinile è cresciuto del 121% rispetto allo stesso periodo del 2020, generando maggiori ricavi rispetto al CD, che segna invece un calo del 6%. Il mercato è dominato dallo streaming, che copre ormai circa l’80% del fatturato italiano. Il vinile vale oggi l’11% di tutte le vendite di musica nel nostro paese.

Nel suo complesso nel primo trimestre dell'anno in corso il mercato della musica registrata in Italia è cresciuto del 18,8%: lo streaming, da solo, è salito del 37%.









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