Premettendo che comunque vada bisogna lavarsi,fareste a meno della carta igienica? A meno che non siate ecologisti incalliti (o incredibili zozzoni), la risposta è no. Eppure i rotoloni soffici, morbidi e resistenti come li conosciamo non esistono da sempre. Partiamo da lontano dicendo che l'uomo primitivo usava un buco, preferibilmente tondo, sulla roccia, detergendosi poi nel vicino ruscello. Ora l'archeologia non ci svela però cosa facesse nel gelo dell'inverno e da qui si presume nasca la necessità di un supporto di pulizia,seppur parziale, in attesa della "lavanda". I più probabili pare siano le comuni foglie, sassi accuramente scelti fra i più levigati e in "extrema ratio" i ramoscelli, tra i più morbidi.
E veniamo agli egizi che pare usassero sabbia mescolata e intrisa di oli profumati, (ma pur sempre di abrasivo trattavasi), mentre il popolo arabo e indiano andavano più sul semplice usando la mano sinistra, tanto è vero che ancora oggi toccare un arabo o peggio, porgergli un oggetto con la mano sinistra, impura, è considerato un insulto. Si conosce molto dei ricettacoli che i popoli antichi usavano per i loro bisogni, ma molto, molto poco di come ci si pulisse dopo. Veri pionieri della pulizia "intima" furono ancora una volta, manco a dirlo gli orientali. Pare infatti che la prima apparizione della carta fabbricata appositamente per "pulirsi le pudenda e zone limitrofe" dopo l'evacuazione risalga al XIV secolo dalla Cina dell'imperatore Zhu Yuanzhang. Ma come sempre noi occidentali dovremo aspettare ancora 500 anni prima di poter abbandonare foglie, pezzi di vestiti, gomitoli di lana e fogli di giornale per cominciare a trattare con più delicatezza i propri "posteriori". Poi Il costo modesto e l'utilità innegabile ne hanno decretato il successo negli anni a seguire.
Ma perché bianca? Se sbiancare i fogli su cui scriviamo ha un senso evidente, perché farlo anche con la carta igienica? Le possibili spiegazioni sono due. La carta viene candeggiata per rimuovere la lignina, la sostanza che rende gli alberi "rigidi": dunque sbiancarla serve anche ad ammorbidirla. Una seconda ragione ha a che fare con la nostra psicologia: il bianco è sinonimo di pulito. Una carta igienica con colori accesi ci lascerebbe forse un po' perplessi e il rischio di un insuccesso commerciale sarebbe forte. Da qualche anno sugli scaffali è apparsa anche in tenui tonalità pastello. Ma la carta igienica è quasi sempre bianca.
Nulla vieta, se avete molto da scrivere di prendere appunti su un rotolo, ma non lamentatevi se agli altri sembrerà un'emerita c.... (Il rischio è alto).