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Mi chiamo Francesco Totti

Il film che racconta la storia dell'ex capitano della Roma

di Mirco Zani
14 ott 2020

Il calcio ha tra i suoi poteri quello di scatenare emozioni forti, arrivano dritte al cuore e difficilmente si fanno scordare indipendentemente dall'età che si ha. Il capitano della squadra del cuore ha sempre un posto di rilievo nei sentimenti del tifoso, è il condottiero senza macchia, per i suoi piedi passa sempre la palla della vittoria, ma soprattutto è l'unico che non tradirà mai quei colori neanche di fronte ad un' offerta di denaro sfacciatamente allettante. Purtroppo però è una figura che sta scomparendo, salvo poche, sempre più rare eccezioni. Una di queste eccezioni, si chiama Francesco Totti. Nasce a Roma in un settembre del 1976, cresciuto calcisticamente nella A.S.Roma, sua squadra del cuore, realizzando  250 reti in Serie A, e diventando il giocatore che ha segnato più gol con la stessa squadra nel massimo campionato italiano. Ha vestito un altra maglia oltre a quella "giallo rossa" ed è quella "azzurra" della Nazionale Italiana di calcio diventando campione del mondo nel 2006.



Sposato con Ilary Blasi papà di Chanel, Cristian e Isabel, lascia il mondo del calcio, "per raggiunti limiti d'età" alla fine del campionato 2016/2017 sempre indossando la maglia numero 10 della sua Roma. Sembra una favola, una bella favola, che ora è diventata un film, o meglio un Docufilm in uscita al cinema. Soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli, che è anche il regista, "Mi chiamo Francesco Totti" è basato sulla biografia dal titolo «Un Capitano» scritto dallo stesso Francesco Totti con Paolo Condò e edito da Rizzoli. Racconta la storia dell’ex capitano della Roma Il docufilm sull’ex numero dieci della Roma, partendo dalla notte che precede la sua ultima partita. Totti , felpa nera col cappuccio tirato sulla testa , si guarda intorno nello stadio Olimpico ormai vuoto e buio, lo sguardo dritto al campo di calcio. «Nun ce credo che finisco... 25 anni della mia vita ho passato qui dentro». Poi un appello alla moviola: «Manna un po’ indietro..» ed ecco che la sua vita si riavvolge come il nastro di una partita e lui la rivede passare come venisse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori. Un brevissimo assaggio nel quale le immagini e le emozioni scorrono tra momenti chiave della sua carriera, scene di vita personale, dal matrimonio alla nascita dei figli, e ricordi inediti. Un racconto intimo, in prima persona, dello sportivo e dell’uomo. Toccante, se non fosse per la battuta finale del Totti di oggi, stretto nella sua felpa nera:

«Sto tempo è passato... Anche per voi però».








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