Ogni anno torna il Natale e ogni Natale in Islanda torna la tradizioneale "Jólabókaflóðið", parola deriva da: jól (Natale) + bók (libro) e flóð (alluvione, inondazione). Alluvione di libri. E' un usanza che da oltre mezzo secolo viene dedicata a questa bella abitudine, ovvero quella che di mettere sotto l'albero come doni dei libri. La tradizione ebbe le sue origini durante la seconda guerra mondiale.Siamo nel 1944, quando l’Islanda riuscì ad ottenere l’indipendenza dalla Danimarca. Siamo nel momento che la carta era a quell’epoca una delle poche merci non razionate, facendo così in modo che gli islandesi, dal momento che altri tipi di doni erano davvero scarsi, indirizzarono il loro amore verso i libri. Dai dati forniti da una ricerca condotta dell’Università di Bifröst risulta che metà della cittadinanza ilandese ancora oggi legge almeno otto libri l’anno, collocando gli Islandesi come la terza popolazione più istruita al mondo, prima di loro, Finlandesi e Norvegesi.
Sono passati 77 anni da quel lontano 1944, ma la Iceland Publishers Association ogni avvicinarsi del Natale stampa e invia a tutte le famiglie del paese un catalogo già a metà novembre, periodo nel quale si tiene la tradizionale Fiera del libro di Reykjavik.In questo modo si facilita l’acquisto di libri da far trovare sotto l’albero. I pacchi, come è tradizione, vengono aperti il 24 dicembre e,sempre da tradizione, si leggono i libri appena scartati bevendo cioccolata calda o birra natalizia senza alcool, la rinomata jólabland. La piccola isola nordica, con una popolazione di soli 329mila abitanti, ha un primato davvero invidiabile,è straordinariamente letteraria. Secondo un reportage della La BBC recente risulta infatti che “ha più scrittori, più libri pubblicati e più libri letti a testa, che in qualsiasi altra parte del mondo”.
Metteremo più libri anche noi sotto l'albero di Natale dal prossimo del 2022?