Senza se, senza ma, senza forse, siamo per l’accoglienza della vita. E non è per difendere un principio astratto, ma per accogliere una persona: tale è il concepito, benché fragile e indifeso. Siamo dalla parte della mamma e del futuro papà; in particolare non vogliamo che la donna sia lasciata sola né prima, né dopo la nascita del suo bimbo. Nella maternità risplende in modo mirabile la sua bellezza. L’interruzione volontaria della gravidanza non è mai senza conseguenze per la donna, a motivo del legame unico e sublime con la creatura che porta in grembo. Crediamo che nessuna donna affronti l’aborto a cuor leggero; è sempre un dramma: non vogliamo lasciare nulla di intentato per trovare alternative. Dobbiamo far sì che mai più una vita non sbocci per insicurezza, sfiducia, solitudine, mancanza di custodia e di tutele o per motivi economici. Tante cose sono state dette in queste settimane, talvolta con toni accesi. Ci siamo ascoltati profondamente? La posta in gioco è davvero alta, ma questo non giustifica la rissa. Ed ora come vivere questi ultimi giorni di riflessione e di raccoglimento? Come vivere l’occasione del voto? Mettere la propria scheda nell’urna è un diritto-dovere, partecipazione al cammino della comunità, nel segreto della coscienza, in totale libertà. È un gesto importante, un atto d’amore, un’opportunità per ripensare il valore della vita, dell’esserci e del non esserci, per renderci conto dello spessore di questo dono. Per sé e per gli altri. Oggi, col progresso delle scienze, con i mezzi a disposizione, con la crescita del senso sociale, si può fare davvero tanto per accogliere la vita nascente. L’indice di sviluppo di una società, crediamo, non si valuti tanto con l’economia, ma con il rispetto dei diritti di tutti, a partire da chi è fragile, indifeso, nascituro. E verranno i giorni del dopo-referendum. Qualunque sia l’esito, ci impegneremo con coerenza per testimoniare il Vangelo della vita, per una cultura ed una politica favorevoli alla famiglia, per un sussulto di consapevolezza e di responsabilità. Cercheremo amici per riorganizzare la speranza. Tutti sono invitati.
+ Andrea Turazzi