Da tempo non correva più. Era passato alla lotta, impari, segnata, contro un male che lo ha progressivamente fiaccato fino a non dargli scampo. E' morto immobile, dopo una vita di corsa, perchè quando il destino si accanisce non risparmia nemmeno i dettagli. Olimpionico a Mosca nel 1980, è l'uomo più veloce del mondo dal 1979 al 1996, con il suo 19'72 sui 200 piani che resiste ben 17 anni a nuovi talenti e nuovi materiali. Cadeva tutto tranne il suo record. Dalla puglia, barlettano orgoglioso di esserlo, Mennea non è solo i traguardi sportivi. Su quelle gambe che mulinano vorticosamente è montato un cervello sopraffino alimentato da studi classici, la laurea in Giurisprudenza e la professione di avvocato che segna un'altra carriera post agonistica non meno densa di successi e soddisfazioni. Docente universitario, pubblica una ventina di libri, si concede una parentesi da eurodeputato conclusasi con una dimissione forzata per via di una incompatibilità con altro incarico. Una polemica, l'unica di una vita sottovoce. Nel 2006 apre insieme alla moglie la fondazione Pietro Mennea, onlus di assistenza sociale a enti caritatevoli. Dal marzo 2012 nell'ambito delle iniziative legate ai Giochi, Londra gli dedica la stazione della metro di High Street Kensington, da allora Pietro Mennea Station. A giugno avrebbe compiuti 61, ma questa volta la freccia del sud si è fermata prima di tagliare il traguardo.
Roberto Chiesa
Pietro Mennea può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996. Soprannominato la 'Freccia del sud', tutt'ora detiene il primato europeo e italiano dei 200 metri. nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d'oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani. Stamattina, però, ha perso la sua gara più importante.
Roberto Chiesa
Pietro Mennea può essere considerato uno degli atleti più decorati nella storia dello sport italiano. Nato il 28 giugno 1952, a Barletta, per 17 anni è stato detentore del primato mondiale dei 200 metri, stabilito alle Universiadi di Città del Messico, nel 1979. Partecipò alla rassegna da studente in scienze politiche e polverizzò il precedente record che apparteneva a Tommie Smith. Un altro statunitense, Michael Johnson gli strappò il primato alle Olimpiadi di Atlanta, nel 1996. Soprannominato la 'Freccia del sud', tutt'ora detiene il primato europeo e italiano dei 200 metri. nel 1980, a Mosca, con una straordinaria rimonta, conquistò la medaglia d'oro, sempre nei 200 metri, che si somma ai quattro titoli europei, a un argento e un bronzo ai Mondiali, ma anche ad altri due bronzi olimpici, il primo dei quali conquistato sulla pista di Monaco di Baviera ai Giochi del 1972, nella gara vinta dal sovietico Borzov. Mennea è stato anche straordinario staffettista e ha pure trovato fortuna nei 400 metri piani. Stamattina, però, ha perso la sua gara più importante.
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