Dura 10 minuti la Vuelle, ed è troppo poco. La fame di salvezza che si è vista solo a tratti poteva addirittura buttare in disperazione quando in serata Capo d'Orlando è andata vicinissima ad un miracolo contro Avellino.
All'overtime tutto torna a posto, e Pesaro è ancora viva, ma bene non sta. Cede troppo facilmente ad una Cantù che prova a puntare i play off, è certo più attrezzata, ma vince troppo facilmente all'Adriatic Arena.
Chappel e Smith hanno vita facile e poco o nulla valgono i 29 di Clarke, 10 dei quali per altro arrivati a babbo morto nel bel mezzo del cosiddetto garbage time. Con un Mika a mezzo servizio in campo praticamente per onor di firma è la parte finale del primo quarto a regalare agli ospiti il primo allungo.
Una buona Vuelle in avvio di secondo ricuce grazie all'immarcabile Clarke supportato a dovere per qualche minuto da Monaldi, Ceron ed Ancelotti. Ma il 2+1 di Chappel e i 5 punti di Ellis segnano un solco che col passare del tempo diventa precipizio. Dal 29-37 non c'è più partita. Pesaro disunita continua a perdere palloni, Omogbo vive forse il suo peggior pomeriggio, Cantù all'intervallo lungo è già alla cassa sul 34-51.
Al ritorno in campo ognuno prova a metterci qualcosa di suo, Pesaro non gioca di squadra e Clarke e Braun provano a tenerla a galla. Il punteggio resta comunque sempre a cavallo della doppia cifra di distanza per un naufragio che tarda a venire o magari non viene, ma la speranza di poter rientrare dentro la vicenda è ben lontana. A questo altre ingenuità in avvio di quarto periodo mettono i sigilli ad una partita andata. A cinque minuti dall'ultima sirena il 61-79 dice tutto e solo un finale infuocato di Clarke buono a salvare il suo tabellino fissa il punteggio sull'82-91.
La morale è sempre quella. Bisogna vincerne una in più di Capo d'Orlando, quindi almeno una.
All'overtime tutto torna a posto, e Pesaro è ancora viva, ma bene non sta. Cede troppo facilmente ad una Cantù che prova a puntare i play off, è certo più attrezzata, ma vince troppo facilmente all'Adriatic Arena.
Chappel e Smith hanno vita facile e poco o nulla valgono i 29 di Clarke, 10 dei quali per altro arrivati a babbo morto nel bel mezzo del cosiddetto garbage time. Con un Mika a mezzo servizio in campo praticamente per onor di firma è la parte finale del primo quarto a regalare agli ospiti il primo allungo.
Una buona Vuelle in avvio di secondo ricuce grazie all'immarcabile Clarke supportato a dovere per qualche minuto da Monaldi, Ceron ed Ancelotti. Ma il 2+1 di Chappel e i 5 punti di Ellis segnano un solco che col passare del tempo diventa precipizio. Dal 29-37 non c'è più partita. Pesaro disunita continua a perdere palloni, Omogbo vive forse il suo peggior pomeriggio, Cantù all'intervallo lungo è già alla cassa sul 34-51.
Al ritorno in campo ognuno prova a metterci qualcosa di suo, Pesaro non gioca di squadra e Clarke e Braun provano a tenerla a galla. Il punteggio resta comunque sempre a cavallo della doppia cifra di distanza per un naufragio che tarda a venire o magari non viene, ma la speranza di poter rientrare dentro la vicenda è ben lontana. A questo altre ingenuità in avvio di quarto periodo mettono i sigilli ad una partita andata. A cinque minuti dall'ultima sirena il 61-79 dice tutto e solo un finale infuocato di Clarke buono a salvare il suo tabellino fissa il punteggio sull'82-91.
La morale è sempre quella. Bisogna vincerne una in più di Capo d'Orlando, quindi almeno una.
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