L'inedito è servito. Sarà Venezia-Trento la finale scudetto del basket italiano. La rimonta veneta partita dall'1-2 ha avuto ieri sera il suo completamento al Paladelmauro dopo un match dominato e quasi buttato, risolto in volata in un finale thrilling. Sotto di 10 a 1'30'' dalla fine, il grande cuore degli irpini si rimette in corsa e sfiora una rimonta clamorosa. La sirena suona beffarda, ultima e ultimativa sull'83-84. Poi solo applausi per tutti nonostante il sogno continui solo per Venezia. Il match avviato in modo equilibrato vede proprio i padroni di casa cercare il primo allungo, respinto però dalla mano calda veneta che specie da tre registra percentuali interessante. E quindi il primo quarto si chiude con Avellino avanti 24-21, con De Raffaele di là costretto a richiamare Stone già autore di 3 falli. Ecco il secondo quarto, ecco che cambia il mondo. La Reyer piazza un 11-0 di parziale che paralizza la Sidigas: Haynes, Peric e Tonut sono scatenati e immarcabili e Pino Sacripanti chiede gli straordinari a Thomas e Logan. Ma il 6 su 9 da tre consente a Venezia di andare al riposo avanti di 10. Nel terzo periodo la partita sembra finire e anche se la Reyer si trova avanti di 15, la notizia è che Avellino di finire qui non ne vuol proprio sapere. Il grande orgoglio dei padroni di casa si impersonifica nell'indemniato Ragland. Che chi crede quando Venezia, forse, anticipatamente e colpevolmente pensa alla finale. Quando si accorge di non aver ancora vinto si innervosisce, Filloy si fa fischiare un antisportivo che Leunen converte col petardo del -5. A 17 secondi dalla fine Logan segna il -3, poi Haynes dalla lunetta fa 1/2 e ancora Logan con un'altra tripla segna l'83-84. Con un time out di De Raffaele evita l'aggancio. E festeggia la finale.
Riproduzione riservata ©