Se gara2 della semifinale play-off tra Milano e Trento fosse un film, si intitolerebbe certamente “Attacco al potere”. Non la pellicola d'azione di Antoine Fuqua, però: sulla seggiola del regista c'è infatti seduto Maurizio Buscaglia.
Il coach trentino ingabbia per la seconda volta in tre giorni la deputata numero uno al successo finale, quella che – sulla strada tricolore – pareva dovesse non avere avversaria alcuna.
Si è invece scoperto che Capo d'Orlando aveva le armi per mettere in discussione l'egemonia milanese, mentre l'organizzazione di Trento – con una cifra qualitativa ancor più alta di quella a disposizione di Gennaro Di Carlo – potrebbe addirittura ribaltare il trono.
Sfida magnetica, per quanto stanno a contatto le contendenti: il primo scossone è della Dolomiti Energia, con l'8-0 di fine primo tempo a firma di Sutton e Craft. La penetrazione con appoggio al canestro di Cinciarini è l'ultima cosa prima del cambio campo di 37-32 ospite.
L'Olimpia tira pessimamente dall'arco: chiuderà col 19%, con soli cinque canestri su ventisei tentati. Gli uomini di Repesa tornano comunque in partita, conducendola sulla spinta della run aperta e chiuda da Abass, con in mezzo i tre di Cinciarini e la schiacciata di Tarczewski.
Si prosegue con un passo a due fino agli ultimi cinque minuti, quelli decisivi, nei quali Trento trova lo sprint decisivo nell'energia di Toto Forray, che firma il +8. Quelli di Buscaglia non concedono sponda alla risalita milanese, mettendo in mostra un grandissimo Aaron Craft da 21 punti, 5 rubate e 5 assist.
Arrivano le grane, per Milano: Repesa – che a dicembre aveva puntato il dito contro buona parte del suo roster, portando all'epurazione di Gentile – rischia di essere il simbolo del clamoroso tracollo, quello che prenderà forma in caso di due successi casalinghi della Dolomiti Energia. La serie si sposta per le prossime due al PalaTrento, le ultime della stagione dell'Olimpia a meno dell'attesa reazione di un gruppo qualitativamente indiscutibile – sul territorio italiano – ma che difetta, e lo ha sempre fatto, dal punto di vista della compattezza e della tenuta nervosa.
LP
Il coach trentino ingabbia per la seconda volta in tre giorni la deputata numero uno al successo finale, quella che – sulla strada tricolore – pareva dovesse non avere avversaria alcuna.
Si è invece scoperto che Capo d'Orlando aveva le armi per mettere in discussione l'egemonia milanese, mentre l'organizzazione di Trento – con una cifra qualitativa ancor più alta di quella a disposizione di Gennaro Di Carlo – potrebbe addirittura ribaltare il trono.
Sfida magnetica, per quanto stanno a contatto le contendenti: il primo scossone è della Dolomiti Energia, con l'8-0 di fine primo tempo a firma di Sutton e Craft. La penetrazione con appoggio al canestro di Cinciarini è l'ultima cosa prima del cambio campo di 37-32 ospite.
L'Olimpia tira pessimamente dall'arco: chiuderà col 19%, con soli cinque canestri su ventisei tentati. Gli uomini di Repesa tornano comunque in partita, conducendola sulla spinta della run aperta e chiuda da Abass, con in mezzo i tre di Cinciarini e la schiacciata di Tarczewski.
Si prosegue con un passo a due fino agli ultimi cinque minuti, quelli decisivi, nei quali Trento trova lo sprint decisivo nell'energia di Toto Forray, che firma il +8. Quelli di Buscaglia non concedono sponda alla risalita milanese, mettendo in mostra un grandissimo Aaron Craft da 21 punti, 5 rubate e 5 assist.
Arrivano le grane, per Milano: Repesa – che a dicembre aveva puntato il dito contro buona parte del suo roster, portando all'epurazione di Gentile – rischia di essere il simbolo del clamoroso tracollo, quello che prenderà forma in caso di due successi casalinghi della Dolomiti Energia. La serie si sposta per le prossime due al PalaTrento, le ultime della stagione dell'Olimpia a meno dell'attesa reazione di un gruppo qualitativamente indiscutibile – sul territorio italiano – ma che difetta, e lo ha sempre fatto, dal punto di vista della compattezza e della tenuta nervosa.
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