Le luci disordinate di Mersin si accendono su un atterraggio per stomaci di ferro. Semplici turbolenze, rasserenate dal clima giocoso. E già un mezzo miracolo sportivo quello che succede al nastro bagagli. Il semplice scambio di pin è già una prima integrazione. Lo sport a Mersin si prende le sue responsabilità. Deve soffiare più forte degli idranti di piazza Taksim lontani comunque oltre un'ora di volo, e dai venti di guerra siriani con il confine a tiro di scampagnata. Ed ecco perché le bandiere che sventolano qui sono qualcosa di più di una degna rappresentazione di un Paese. Sono vessilli in una storia di sport e di pace. San Marino c'è. Una storia che comincia con la welcome team cerimony e lo spettacolo della cerimonia vera e propria. Per le gare dobbiamo aspettare domani, ma il romanzo dei Giochi di un mare sempre nostrum ma tutto da conquistare e' già cominciata. Lo testimonia una luna un po' europea, un po' araba, un po' arabesca, ma stupenda e confortante. A patto la si guardi come un regalo, un impegno. Un'impresa. Purché la si guardi senza preferire fermarsi al dito.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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