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Diamond League, a Zurigo si chiude col trionfo di Tamberi

L'oro olimpico si conferma campione nel salto in alto. Nel salto con l'asta Bruni si ferma a niente dal bronzo, che va a Sutej per il minor numero di errori. Nel triplo oro per il cubano Diaz, che vive in Italia e punta alla naturalizzazione.

9 set 2022
@Diamond_League
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Fresco di matrimonio, Gianmarco Tamberi può aggiungere all'anello il diamante. Il secondo in fila per l'azzurro, che a poche settimane dall'oro Europeo di Monaco si conferma campione della Diamond League. E come nel trionfo olimpico di Tokyo, per Tamberi c'è un ex aequo, stavolta con lo statunitense JuVaughn Harrison: entrambi trovano il loro stagionale a 2.34, Gimbo però ha bisogno di un tentativo in meno – 2 contro 3 – e Zurigo è di nuovo sua, a conclusione di un biennio che l'ha visto dominare il salto in alto mondiale in ogni contesto possibile. Sul podio con loro il canadese Lovett.

Gli arrivi alla pari danno e tolgono all'Italia con Roberta Bruni che la medaglia, nel salto con l'asta, la sfiora soltanto. La romana fa 4.61, stesso risultato di Sutej: a condannarla al quarto posto è l'errore alla prima misura, col bronzo che va alla sin lì impeccabile slovena. La vittoria se la aggiudica l'australiana Nina Kennedy – 4.81 da primato stagionale – davanti alla statunitense Morris. Il risultato più eclatante della serata svizzera arriva dal lancio del peso, dove lo statunitense Joe Kovacs si impone con un 23.23 che è record assoluto della Diamond League e ovviamente del Meeting in questione, oltre che primato personale e miglior prestazione dell'anno. Ben poco hanno potuto il connazionale Crouser e il neozelandese Walsh, al suo seguito sul podio; 6° l'azzurro Nick Ponzio.

Lancio del peso a stelle e strisce anche tra le donne: qui vince Chase Ealey che ha la mglio sulla canadese Mitton e sulla portoghese Dongmo. È dominio Kenya invece nei 5mila metri, andati in scena in un suggestivo percorso per le vie di Zurigo. Tra gli uomini Nicholas Kipkorir la spunta sul sudsudanese Lobalu, con lo statunitense Fisher come unico extra Africa dei due podi. Tra le donne invece Beatrice Chebet fa suo il derby con Kipkemboi, anche qui un successo per distacco netto ma non siderale: dietro di loro, l'etiope Tsegay.

Nella seconda giornata di finali non ci sono ori italiani, ma in compenso uno lo prende un possibile futuro azzurro. Nel salto triplo vince, con primato personale di 17.70, Andy Diaz Hernandez, atleta residente in Italia e che si divide tra Livorno, dove è tesserato per la Libertas, e Roma, dove si allena. Oggi è campione sul portoghese Pichardo e sul connazionale Diaz Fortun, a breve invece potrebbe essere naturalizzato e rivelarsi preziosa risorsa in ottica Parigi '24. Sempre nel triplo c'è il successo della venezuelana Rojas, battute l'ucraina Bekh-Romanchuk e la giamaicana Ricketts.

Allargando il raggio, le finali di Diamond League si chiudono con 4 record del meeting. Recentemente battuto dopo un anno di sole vittorie, lo svedese Duplantis riprende la sua marchia trionfale con un 6.07 da primato: seguono il norvegese Guttormsen e l'americano Nilsen. Gli altri sono nelle corse: nei 200 metri lo firma l'americano Lyles che col suo 19” 52 prevale sul canadese Brown e sul dominicano Ogado. Nei 100 metri la giamaicana Fraser-Pryce fa 10” 65 e precede la connazionale Jackson e l'ivoriana Ta Lou. E sempre nei 100 – ma ostacoli – il primato è della nigeriana Amusan, il cui 12” 29 la fa spiccare sull'americana Jones e sulla giamaicana Anderson.

Poi ci sono tre primati mondiali stagionali, qui tutti nella corsa. Nei 400 la dominicana Paulino fa 48” 99 che è anche personale e record nazionale, imprendibile per la connazionale Cofil e per la barbadiana Williams. Negli 800 metri arriva dal keniano Korir, 1' 43” 26 che è 12 centesimi migliore dell'argento del canadese Arop, battuto con una clamorosa rimonta; terzo l'inglese Wightman. Salendo ancora c'è il primato dei 1500 del norvegese Ingebrigtsen, 3' 29” 02: battuti il keniano Cheruiyot e l'australiano Hoare. 

Ucraina protagonista nel salto in alto col successo di Mahuchikh davanti a Gerashchenko; chiude il podio l'australiana Olyslagers, mentre Elena Vallortigara è quinta. Per il lancio del disco ci sono i trionfi dello sloveno Ceh – sull'austriaco Weisshaidinger e sul lituano Gudzius – e dell'americana Allman, sulla croata Perkovic e sulla portoghese Cà. Nel salto in lungo oro al greco Tentoglou – vincente sull'americano Dendy e sul cubano Massò – e della serba Vuleta, sulla svedese Sagnia e sull'americana Burks. Nel giavellotto l'indiano Chopra batte il ceco Vadlejch e il tedesco Weber, mentre l'americana Winger precede l'australiana Barber e la giapponese Kitaguchi. Tornando alla corsa, i 400 ostacoli premiano il brasiliano Dos Santos – sugli americani Rosser e Allen – e l'olandese Bol, sulla panamense Woodruff e sulla giamaicana Russell.





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