"Non solo ciclisti. Seguivo anche altri atleti; calciatori e tennisti in primis." Il dottor Eufemiano Fuentes non finisce di stupire. La frase, pronunciata dal medico, durante l' interrogatorio del processo dell'Operacion Puerto, nel quale venne coinvolto e poi squalificato anche il ciclista italiano Ivan Basso. Il grande alchimista ha risposto per 3 ore alle domande del Pubblico Ministero e successivamente a quelle dell' avvocato dello Stato mentre non ha aperto bocca quando a far le domande è toccato al legale della Federciclo spagnola. Stesso comportamento con gli avvocati di Wada, l'antidoping americano e l'Uci, la federazione ciclistica internazionale. Il comportamento del medico è subito spiegato: al Tribunale Penale di Madrid non si accusa di doping ma di delitto contro la salute pubblica. Quindi se le trasfusioni erano fatte bene, nel luogo giusto e se il sangue era conservato nella maniera corretta. E su questi argomenti il dott. Fuentes si è difeso bene. In pratica il medico ha detto: "Avere valori di ematocrito superiori a 50 è pericoloso come averli troppo bassi. Un allenamento in altura alza il valore. Più sicuro abbassarlo con una trasfusione. Così come se l' ematocrito di un ciclista è troppo basso, prima di una corsa a tappe, è corretto alzarlo per non fare rischiare l'anemia all'atleta. Il sangue estratto era sano, per cui veniva conservato a lungo. Può essere utile in futuro, in caso di cancro". Fine del primo round nel mondo del dottore, dove il doping non è reato. Come in Spagna.
Piero Arcide
Piero Arcide
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