Nella pazza giornata di Herning – che in apertura offre pioggia e vento, salvo poi chiudersi col sole – Elia Viviani si ferma a un soffio dall'oro Europeo, che invece finisce al collo di Alexander Kristoff: sul podio, dietro di loro, l'olandese Moreno Hofland. È una manciata di attimi a spezzare i sogni del campione olimpico e a premiare il norvegese, che si issa così tra i favoriti anche per il Mondiale di settembre, che si disputerà a Bergen e, dunque, a casa sua.
L'Europeo invece va in scena in Danimarca e si apre nel segno di un'altra nazione nordica, l'Islanda: il protagonista è Elfarsson, che nel terzo dei 12 giri arriva ad avere anche 12' 40” di vantaggio sul gruppo, accompagnato dal bielorusso Shumov e dallo svizzero Spengler. Passato lo spunto del trio, comincia la gara vera: i belgi sventagliano e – forti del supporto danese - spezzano il gruppo, con Viviani che, colto di sorpresa, rimane nelle retrovie. Il plotone azzurro arriva in soccorso del suo capitano, comincia un testa a testa con le due nazionali prima citate e dopo un paio di giri ricuce il gap, con le forature e i problemi meccanici degli avversari a fare da involontari complici.
Ora l'Italia controlla e i vari tentativi di fuga di Keukeleire, Erviti e Lang vengono riassorbiti in scioltezza. Debusschere fora e il Belgio alza bandiera bianca, mentre la Danimarca, impegnata a riprendere una folata guidata da Sanchez, non riesce a dare a Nielsen il sostegno necessario. Nel finale, il finimondo: Boasson Hagen prova a prendere tutti di sorpresa ma viene riassorbito, poi, in dirittura d'arrivo, Porsev cade dopo un contatto e scatena un domino d'autore. Viviani capisce che è il momento e prova a inserirsi tra Kristoff e le transenne, il norvegese però mangia la foglia e lo chiude, facendo sua la vittoria. L'azzurro ci vede una scorrettezza e lo manda a quel paese: reazione comprensibile vista la situazione, l'azione di Kristoff però è regolare e il successo è meritato.
RM
L'Europeo invece va in scena in Danimarca e si apre nel segno di un'altra nazione nordica, l'Islanda: il protagonista è Elfarsson, che nel terzo dei 12 giri arriva ad avere anche 12' 40” di vantaggio sul gruppo, accompagnato dal bielorusso Shumov e dallo svizzero Spengler. Passato lo spunto del trio, comincia la gara vera: i belgi sventagliano e – forti del supporto danese - spezzano il gruppo, con Viviani che, colto di sorpresa, rimane nelle retrovie. Il plotone azzurro arriva in soccorso del suo capitano, comincia un testa a testa con le due nazionali prima citate e dopo un paio di giri ricuce il gap, con le forature e i problemi meccanici degli avversari a fare da involontari complici.
Ora l'Italia controlla e i vari tentativi di fuga di Keukeleire, Erviti e Lang vengono riassorbiti in scioltezza. Debusschere fora e il Belgio alza bandiera bianca, mentre la Danimarca, impegnata a riprendere una folata guidata da Sanchez, non riesce a dare a Nielsen il sostegno necessario. Nel finale, il finimondo: Boasson Hagen prova a prendere tutti di sorpresa ma viene riassorbito, poi, in dirittura d'arrivo, Porsev cade dopo un contatto e scatena un domino d'autore. Viviani capisce che è il momento e prova a inserirsi tra Kristoff e le transenne, il norvegese però mangia la foglia e lo chiude, facendo sua la vittoria. L'azzurro ci vede una scorrettezza e lo manda a quel paese: reazione comprensibile vista la situazione, l'azione di Kristoff però è regolare e il successo è meritato.
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