Solo il forte vento, che soffia gelido sulla più alta montagna del mondo, per ora può fermare, o meglio ritardare, di qualche giorno l’avverarsi di un sogno per Antonio Pazzaglia, costretto a ripiegare a quota più bassa per il rischio di congelamento. Dal campo base avanzato - a 6400 metri - l’alpinista sammarinese è fiducioso di tentare l’impresa, inizialmente prevista per domani, tra un paio di giorni, giusto il tempo che il clima, ora sfavorevole, dia il suo benestare per l’assalto finale alla vetta. L’impresa, secondo programma, dovrebbe concretizzarsi intorno al 20 maggio. Sono giorni di solitudine, di gesti lenti, fiato corto, di pasti consumati in tenda, con lo sherpa come unico punto di riferimento. Dopo l’abbandono della spedizione da parte del compagno, Claudio Bernardi, il pensiero di Pazzaglia resta costantemente fissato sulla famiglia lontana e lo sguardo rivolto all’insù, consapevole della grandezza dell’obiettivo. Il positivo acclimatamento dei giorni scorsi fa ben sperare e alimenta il desiderio di ricominciare la scalata al più presto.
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