È la favola di un campione, è l’affermazione di un ragazzo nemmeno 20enne capace di vincere tre tappe dell’European Tour e detenere il record di più giovane vincitore dn un singolo avvenimento del secondo circuito golfistico più prestigioso al mondo.
E per una volta lo spareggio dice Italia: il sudafricano Louis Oosthuizen, professionista dal 2002 – quando Matteo aveva appena 9 anni – si è dovuto inchinare alla precisione chirurgica dell’italiano, a cui sono bastate tre buche di spareggio per alzare le braccia al cielo per la terza volta, dopo l’affermazione in Spagna nel 2010 e in Malesia l’anno scorso. Oggi l’Italia è di casa a Singapore.
Hanno chiuso la tre giorni con 13 colpi sotto il par, Manassero e Oosthuizen, mettendosi alle spalle nientemeno che Rory McIlroy – il numero uno al mondo – e Thomas Bjorn. Dietro ai due mostri sacri del circuito spunta il nome di un altro italiano: Francesco Molinari, al pari di Adam Scott.
Una trasferta fantastica per i colori azzurri nel mondo del golf, a dimostrazione della grande competitività degli interpreti italiani, costantemente ai vertici delle classifiche internazionali. Le presenze alla Ryder Cup ne sono testimonianza inconfutabile.
Avanti così Italia, per aspera ad astra: la strada che porta alle stelle è ancora lunga e faticosa, ma qualche luccichio da quelle mazze, intanto, si vede.
Luca Pelliccioni
E per una volta lo spareggio dice Italia: il sudafricano Louis Oosthuizen, professionista dal 2002 – quando Matteo aveva appena 9 anni – si è dovuto inchinare alla precisione chirurgica dell’italiano, a cui sono bastate tre buche di spareggio per alzare le braccia al cielo per la terza volta, dopo l’affermazione in Spagna nel 2010 e in Malesia l’anno scorso. Oggi l’Italia è di casa a Singapore.
Hanno chiuso la tre giorni con 13 colpi sotto il par, Manassero e Oosthuizen, mettendosi alle spalle nientemeno che Rory McIlroy – il numero uno al mondo – e Thomas Bjorn. Dietro ai due mostri sacri del circuito spunta il nome di un altro italiano: Francesco Molinari, al pari di Adam Scott.
Una trasferta fantastica per i colori azzurri nel mondo del golf, a dimostrazione della grande competitività degli interpreti italiani, costantemente ai vertici delle classifiche internazionali. Le presenze alla Ryder Cup ne sono testimonianza inconfutabile.
Avanti così Italia, per aspera ad astra: la strada che porta alle stelle è ancora lunga e faticosa, ma qualche luccichio da quelle mazze, intanto, si vede.
Luca Pelliccioni
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