La maledizione è finita a Verona. Dopo 12 secondi posti nelle tappe del Giro arriva la prima vittoria di Giacomo Nizzolo. Arriva a braccia alzate con buona pace del mantovano Affini. E dire che doveva essere una tappa di trasferimento, di ricarica verso lo Zoncolan che se oggi non dirà chi vincerà il Giro, sicuramente dirà chi non lo può vincere. La fuga partita subito dopo il via non trova le attenzioni del gruppo che già pensa alle montagne. E' quindi iniziale free way per Marengo, Rivi e Pellaud che 30 chilometri dopo Ravenna arrivano a prendersi 8 comodi minuti.
Solito schema da metà gara in poi con la squadre dei velocisti a suonar la sveglia per non perdersi uno degli ultimi pomeriggi disegnati per gli sprinter. La fuga viene riassorbita a 7 chilometri dal traguardo e comincia un'altra battaglia scritta, quella dei treni per portare il proprio velocista a giocarsi la tappa. Stavolta il milanese Giacomo Nizzolo se la prende di forza. E' il suo pomeriggio, mentre in attesa degli scossoni di oggi la generale vive una giornata di calma piatta. Con Bernal, signore in rosa, a guardare tutti dall'alto.