Arriva novembre e, come ormai consuetudine, New York diventa feudo del Kenya, che per la terza edizione in fila fa doppietta alla Maratona più famosa del mondo. Stavolta l'alloro va a Evans Chebet, quest'anno già vincitore a Boston per una doppietta che, in questo caso, mancava da 11 anni. Alla sua “prima” nella gara newyorkese, Chebet si impone in 2 ore 08' 41”: 13” in meno dell'etiope Shura Kitata, mentre l'olandese – e argento olimpico – Abdi Nageeye, chiude il podio con 1' 50” di distacco. Il comando lo prende al km 32, quando si sfiora la tragedia con lo stramazzare a terra dell'apripista, Daniel Do Nascimento. Nulla di grave per il brasiliano, non proprio l'ultimo arrivato - suo il miglior personale della storia tra gli atleti nati fuori dall'Africa – ma protagonista di un avvio a razzo e difficilmente sostenibile sul lungo periodo. Infatti nessuno risponde al suo passo, così lui può fare il vuoto e a metà gara arriva in 1 ora 01' 22”, 2' in meno rispetto al crono di Geoffrey Mutai nel 2011, quando firmò il record. Al km 29 i primi segni di cedimento: Do Nascimento rallenta, fa pit stop ai bagni, si ferma una prima volta e infine s'accascia al suolo. La sua maratona finisce lì, mentre Chebet ha carta bianca verso l'oro. Ottima prova anche per l'italiano Daniele Meucci, 8° in 2 ore 13' 29” e 2° tra gli europei. E peccato per quella settima piazza sfuggitagli a pochi km dal traguardo, quando il 37enne pisano si è visto superare dal campione in carica, Albert Korir.
Finale combattuto e a sorpresa nella gara femminile, dove si arriva all'ultimo km con un terzetto al comando: qui è decisivo lo strappo dell'inattesa kenyana Sharon Lokedi, che vince in 2 ore 23' 23” con 7” sull'israeliana Lonah Salpeter e 16” sull'etiope – e oro mondiale – Gotytom Gebreslase. Il tutto nel contesto di una Maratona che, attenuata la sfuriata del covid, è tornata ai suoi numeri standard: folla ai bordi delle strade e oltre 50mila partecipanti. Tra questi la nostra caporedattrice web Giovanna Bartolucci, al traguardo in 6 ore 44' 46”.