2 miseri centesimi separano un sogno d'oro da una realtà d'argento, il che forse rende ancora più amaro il tutto. A Are il Mondiale di Sci si apre col Super G ed è subito Super Goggia, battuta solo dalla fuoriclasse del momento, Mikaela Shiffrin. A conti fatti una beffa, tanto che lei, all'arrivo, si dichiara insoddisfatta della prima parte della sua prova. Ma se si considera che l'azzurra è appena rientrata da un brutto infortunio si parla di un gran risultato, infatti subito dopo segue un “sono felice”. Una bella giornata per l'intero team Italia: quinta Nadia Fanchini, settima Marsaglia, decima Brignone. Il tutto in una gare che vede le prime 13 racchiuse in appena un secondo.
Il tracciato è di quelli che ti puniscono al minimo errore, infatti il podio premia le uniche tre dall'andamento praticamente perfetto. La prima di queste è proprio Goggia, scesa col pettorale n°3 e subito prima in 1' 04” e 91. Come da lei sottolineato, l'unica sbavatura è una partenza un po' trattenuta, per il resto la sciata è pulita e aggressiva.
Non a caso, chi la segue magari riesce a far meglio di lei nel primo intermedio, salvo poi cedere a lungo andare. Immediatamente dopo tocca alla meno veloce delle perfette, Corinne Suter, che sfodera una prova da bronzo inchinandosi per 3 centesimi. Nadia Fanchini, Mowinckel e Marsaglia provano a metterle pressione, tutte respinte in quest'ordine.
Finché, al 15° turno, ecco sua maestà Shiffrin: il duello a distanza fa tirare il fiato a tutti fino al traguardo, dove l'americana si prende, per un soffio, il suo quarto oro iridato, dopo i tre consecutivi nello slalom speciale. Di fatto finisce qui: Rebensburg prova a farsi sotto e s'arrende solo all'arrivo, che la vede quarta. Prima c'era stata Lindsey Vonn, che nella penultima gara della carriera dura qualche curva e poi va a schiantarsi contro le protezioni: tanto spavento e gara interrotta, per fortuna non ci sono conseguenze e l'americana prosegue sugli sci, sorridendo e salutando. Dopo la ventesima discesa cala il sole e non c'è abbastanza luce per puntare al podio, che resta azzurro nell'argento.
RM
Il tracciato è di quelli che ti puniscono al minimo errore, infatti il podio premia le uniche tre dall'andamento praticamente perfetto. La prima di queste è proprio Goggia, scesa col pettorale n°3 e subito prima in 1' 04” e 91. Come da lei sottolineato, l'unica sbavatura è una partenza un po' trattenuta, per il resto la sciata è pulita e aggressiva.
Non a caso, chi la segue magari riesce a far meglio di lei nel primo intermedio, salvo poi cedere a lungo andare. Immediatamente dopo tocca alla meno veloce delle perfette, Corinne Suter, che sfodera una prova da bronzo inchinandosi per 3 centesimi. Nadia Fanchini, Mowinckel e Marsaglia provano a metterle pressione, tutte respinte in quest'ordine.
Finché, al 15° turno, ecco sua maestà Shiffrin: il duello a distanza fa tirare il fiato a tutti fino al traguardo, dove l'americana si prende, per un soffio, il suo quarto oro iridato, dopo i tre consecutivi nello slalom speciale. Di fatto finisce qui: Rebensburg prova a farsi sotto e s'arrende solo all'arrivo, che la vede quarta. Prima c'era stata Lindsey Vonn, che nella penultima gara della carriera dura qualche curva e poi va a schiantarsi contro le protezioni: tanto spavento e gara interrotta, per fortuna non ci sono conseguenze e l'americana prosegue sugli sci, sorridendo e salutando. Dopo la ventesima discesa cala il sole e non c'è abbastanza luce per puntare al podio, che resta azzurro nell'argento.
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