Ha vinto Lorenzo e i dubbi erano pochi. Praticamente senza rivali e avviatissimo alla conquista del mondiale. Ma la scena non è tutta per lui nemmeno dopo l’ennesimo trionfo. Perché Rossi spunta un mese dopo la rovinosa caduta al Mugello e sale sul podio. Bionico, con un pezzo di ferro innestato nella gamba, ha tenuto duro, ha sofferto, ha stretto i denti. Ha rifiutato l’anonimato di una gara nella quale forse era un segnale anche semplicemente esserci. Si è difeso quando Hayden e Spies spingevano. Poi si è liberato del peso e con la soglia del dolore a regime è andato a prendere Dovizioso. Comunque Lorenzo, si diceva. Almeno due righe su chi ha risolto il “Cavatappi” e praticamente ipotecato il mondiale. Sono 72 i punti di vantaggio su Pedrosa, il connazionale che ieri ha chiesto troppo alla sua Honda ed è andato lungo disteso. Non se la gode, Lorenzo. Nemmeno sul podio. Tanto si parla di Valentino che gli organizzatori fanno partire l’inno italiano. Il Dottore se la ride, lo spagnolo ci resta diciamo non benissimo. Non benissimo nemmeno De Angelis. Il sammarinese del team Interwetten ha chiuso al dodicesimo posto un weekend con tanti problemi. La sua Honda è indietro rispetto agli altri, e promette qualche novità da Brno prossima tappa. Chissà se basterà.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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