Troppo Goteborg. La fiera dei sogni di un pallido Murata dura 20 minuti. Da un mancato rinvio di Vannoni, nasce il rimpallo che mette Soder davanti alla porta e spezza l’equilibrio. Troppo presto, perché fin lì il Murata aveva rispettato le attese e soprattutto gli intendimenti.
Squadra alta, tre mezze punte e due mediani a protezione di una linea a 4 che soffriva sugli esterni, ma che dava l’impressione di poter reggere. Qui, sul vantaggio svedese è cominciata un’altra partita, quella che ha lasciato più di un rammarico. Perché l’atteggiamento e la disposizione tattica, la voglia di provare a partire, e non solo a ripartire, si perde in una timidezza alla quale i bianconeri non avevano abituato. C’erano le distanze, c’era il palleggio. Non la personalità. E forse nemmeno la gamba.
Goteborg a nozze al 27': Alexdandersson punisce ancora quando il gioco, a dir il vero, doveva esser fermo per una spinta su Vitaioli piuttosto evidente. L’Europa ha le sue regole, è bello semplicemente esserci.
Magari da un campione come Aldair è lecito aspettarsi una protezione della palla differente nell’occasione del 3-0 firmato da Wernbloom, ma il brasiliano ha giocato con una contrattura al bicipite femorale, pronta a diventare stiramento, costringendolo in pratica a correre sulle uova. Ecco perché la sicurezza di un leader come Pluto è venuta meno col passare dei minuti.
Nella ripresa Agostini ha provato a cambiare e ricambiare, ma sono arrivate altre due reti. E tante grazie alle manone di Scalabrelli provvidenziali in almeno 3 circostanze.
Tra una settimana a Goteborg il ritorno. Sette giorni per riflettere, capire, correggere. Per riproporsi un po' più tosti, un po’ più convinti. Rappresentare il paese è un orgoglio che vale più di una brutta cinquina, ma la Champions non perdona e presenta conti quasi sempre salati.
La Juvenes/Dogana a Tel Aviv
Squadra alta, tre mezze punte e due mediani a protezione di una linea a 4 che soffriva sugli esterni, ma che dava l’impressione di poter reggere. Qui, sul vantaggio svedese è cominciata un’altra partita, quella che ha lasciato più di un rammarico. Perché l’atteggiamento e la disposizione tattica, la voglia di provare a partire, e non solo a ripartire, si perde in una timidezza alla quale i bianconeri non avevano abituato. C’erano le distanze, c’era il palleggio. Non la personalità. E forse nemmeno la gamba.
Goteborg a nozze al 27': Alexdandersson punisce ancora quando il gioco, a dir il vero, doveva esser fermo per una spinta su Vitaioli piuttosto evidente. L’Europa ha le sue regole, è bello semplicemente esserci.
Magari da un campione come Aldair è lecito aspettarsi una protezione della palla differente nell’occasione del 3-0 firmato da Wernbloom, ma il brasiliano ha giocato con una contrattura al bicipite femorale, pronta a diventare stiramento, costringendolo in pratica a correre sulle uova. Ecco perché la sicurezza di un leader come Pluto è venuta meno col passare dei minuti.
Nella ripresa Agostini ha provato a cambiare e ricambiare, ma sono arrivate altre due reti. E tante grazie alle manone di Scalabrelli provvidenziali in almeno 3 circostanze.
Tra una settimana a Goteborg il ritorno. Sette giorni per riflettere, capire, correggere. Per riproporsi un po' più tosti, un po’ più convinti. Rappresentare il paese è un orgoglio che vale più di una brutta cinquina, ma la Champions non perdona e presenta conti quasi sempre salati.
La Juvenes/Dogana a Tel Aviv
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