Sorpresa. E’ nato un Tour che non assomiglia al Tour. Con solo 3 arrivi in salita tra Alpi e Pirenei la Grand Boucle è un po’ meno dura e selettiva. Non per tutti ma per molti. E’ un sottoclou si dice studiato a tavolino per creare attesa vero l’edizione 2013 che sarà quella del centenario e quella no che non può deludere. Intanto dal 30 giugno al 22 luglio la carovana attraversa valli e città e scrive e riscrive una storia lunga un secolo e piena di fascino e ricami. La cronaca invece aspetta la nona tappa, quella della cronometro di Besancon e dei primi crolli eccellenti. Quella sera non si saprà che vince il Tour, ma chi non lo vince si. Poche vette, ma molta media montagna. Magari l’impresa serve meno, ma condizione e gamba saranno ingredienti imprescindibili per stare davanti. Alla fine sarà la corsa di chi attacca da lontano, di chi avrà coraggio. Non dei fuoriclasse, dei buoni corridori. Al tempo della crisi anche le salite sono meno salite e le volate con il “Peloton” un po’ meno volate.
Roberto Chiesa
Roberto Chiesa
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