Per il quarto anno consecutivo gli Heats sono i campioni dell'Eastern Conference (117-92), a fronte di due anelli in fila e l'obiettivo di calare il tris. Solo i Mavericks di un clamoroso Nowitzki - nel 2011 - furono in grado di arginare i Big Three e portare a Dallas vendicando il 4-2 con cui gli Heats di Wade (non ancora di LeBron) conquistarono il primo anello nella storia della Città Magica.
Sono cambiati i tempi, non i protagonisti. Almeno ad Est: il monopolio della costa orientale è sempre più di Miami, sempre più LeBron. Anche ieri, in gara 6 contro Indiana, è arrivata una prestazione sontuosa del Prescelto, capace di 25 punti frutto del 75% al tiro e del 9/9 ai liberi. Se poi anche Chris Bosh è in serata, tanto da abbinare 8 rimbalzi ai suoi 25 punti, per i Pacers la montagna da scalare è fin troppo ripida. A questo si aggiungano i 13 di Wade, così che i Big Three hanno portato in dote - solo loro - 63 punti alla causa di Miami. Nessun altro in doppia cifra per gli Heats, ma alla fine saranno comunque 117; tra le fila di Indiana si fa notare il solito Paul George, con 29 punti segnati ed 8 rimbalzi nella propria metà. I 27 in due di Stephenson e West non bastano per tenere il passo, tanto che i campioni in carica erano già +26 all'intervallo lungo. Un ulteriore run di sette nel terzo quarto ha definitivamente scavato la fossa ad Indiana, la cui reazione nell'ultimo parziale (34-26) è tanto tardiva quanto inefficace.
Le Finals dicono ancora Miami: all'American Airlines Arena gli Heats sono imbattuti in questi Playoff. Fattore campo che in ogni caso non sarà sufficiente per confermare l'anello: che siano gli Spurs di Tony Parker o i Thunder di Durant e Westbrook i campioni della West Conference, non cambia nulla in termini di palazzetti. Le due di ovest vantano un miglior rapporto vittorie/sconfitte nel corso della regular season, dunque chi accederà alle Finals giocherà davanti al proprio pubblico le prime due e le eventuali ultime due partite della serie al meglio delle sette gare che assegneranno il titolo 2014.
Intanto questa notte - alle 4:30 italiane - a Oklahoma andrà in scena gara 6 delle finali di Pacific Division: serie sul 3-2 per San Antonio, che non dovesse riuscire a chiuderla nella tana dei Thunder, avrà a disposizione il last shot martedì notte in Texas. Con l'obiettivo della vendetta ben definito in mente: entrambe hanno incrociato Miami in finale negli ultimi due anni, entrambe battute e per questo entrambe vogliose di rivincita.
I RECORD
Oltre ai Miami di Spoelstra, sono solo due le squadre in grado di infilare almeno quattro partecipazioni consecutive alle Finals: non due franchigie a caso, tutt'altro. Si tratta infatti di Lakers e Celtics, rivali storiche nell'agone NBA e primatiste di anelli vinti. La compagine giallo-viola ci riuscì nel quadrienno 1982-85, quello dello "Showtime" per intenderci. Nel 1985 i Lakers vinsero il titolo contro i Celtics nonostante il "Memorial Day Massacre" con cui inaugurarono la prima gara della serie finale (sconfitta per 148-114). I verdi di Boston possono invece vantare le bellezza di dieci partecipazioni consecutive tra il 1957 e il 1966. Fu quello il periodo noto come della "Dinastia", in cui i Celtics misero al dito 11 anelli in 13 anni. La franchigia di Boston compare ancora in questa speciale classifica con il poker di partecipazioni alle Finals calato nel quadriennio 1984-87: arrivarono due titoli, uno contro Houston e l'altro contro i Lakers di Abdul-Jabbar e Magic Johnson, che si rifecero nelle altre due occasioni.
Se si vogliono invece considerare le vittorie consecutive, sono tre le franchigie ad essere già riuscite nell'impresa che Miami va cercando in questa stagione, vale a dire almeno tre anelli consecutivi: ad ovest solo i Lakers, nelle due identità di Minneapolis (1952-54) e Los Angeles (2000-02); i Celtics, con addirittura otto titoli consecutivi tra nel periodo 1959-66 (era l'epoca della Dinastia); infine in due occasioni i Chicago Bulls di Micheal Jordan (1991-93, 1996-98).
LP
Sono cambiati i tempi, non i protagonisti. Almeno ad Est: il monopolio della costa orientale è sempre più di Miami, sempre più LeBron. Anche ieri, in gara 6 contro Indiana, è arrivata una prestazione sontuosa del Prescelto, capace di 25 punti frutto del 75% al tiro e del 9/9 ai liberi. Se poi anche Chris Bosh è in serata, tanto da abbinare 8 rimbalzi ai suoi 25 punti, per i Pacers la montagna da scalare è fin troppo ripida. A questo si aggiungano i 13 di Wade, così che i Big Three hanno portato in dote - solo loro - 63 punti alla causa di Miami. Nessun altro in doppia cifra per gli Heats, ma alla fine saranno comunque 117; tra le fila di Indiana si fa notare il solito Paul George, con 29 punti segnati ed 8 rimbalzi nella propria metà. I 27 in due di Stephenson e West non bastano per tenere il passo, tanto che i campioni in carica erano già +26 all'intervallo lungo. Un ulteriore run di sette nel terzo quarto ha definitivamente scavato la fossa ad Indiana, la cui reazione nell'ultimo parziale (34-26) è tanto tardiva quanto inefficace.
Le Finals dicono ancora Miami: all'American Airlines Arena gli Heats sono imbattuti in questi Playoff. Fattore campo che in ogni caso non sarà sufficiente per confermare l'anello: che siano gli Spurs di Tony Parker o i Thunder di Durant e Westbrook i campioni della West Conference, non cambia nulla in termini di palazzetti. Le due di ovest vantano un miglior rapporto vittorie/sconfitte nel corso della regular season, dunque chi accederà alle Finals giocherà davanti al proprio pubblico le prime due e le eventuali ultime due partite della serie al meglio delle sette gare che assegneranno il titolo 2014.
Intanto questa notte - alle 4:30 italiane - a Oklahoma andrà in scena gara 6 delle finali di Pacific Division: serie sul 3-2 per San Antonio, che non dovesse riuscire a chiuderla nella tana dei Thunder, avrà a disposizione il last shot martedì notte in Texas. Con l'obiettivo della vendetta ben definito in mente: entrambe hanno incrociato Miami in finale negli ultimi due anni, entrambe battute e per questo entrambe vogliose di rivincita.
I RECORD
Oltre ai Miami di Spoelstra, sono solo due le squadre in grado di infilare almeno quattro partecipazioni consecutive alle Finals: non due franchigie a caso, tutt'altro. Si tratta infatti di Lakers e Celtics, rivali storiche nell'agone NBA e primatiste di anelli vinti. La compagine giallo-viola ci riuscì nel quadrienno 1982-85, quello dello "Showtime" per intenderci. Nel 1985 i Lakers vinsero il titolo contro i Celtics nonostante il "Memorial Day Massacre" con cui inaugurarono la prima gara della serie finale (sconfitta per 148-114). I verdi di Boston possono invece vantare le bellezza di dieci partecipazioni consecutive tra il 1957 e il 1966. Fu quello il periodo noto come della "Dinastia", in cui i Celtics misero al dito 11 anelli in 13 anni. La franchigia di Boston compare ancora in questa speciale classifica con il poker di partecipazioni alle Finals calato nel quadriennio 1984-87: arrivarono due titoli, uno contro Houston e l'altro contro i Lakers di Abdul-Jabbar e Magic Johnson, che si rifecero nelle altre due occasioni.
Se si vogliono invece considerare le vittorie consecutive, sono tre le franchigie ad essere già riuscite nell'impresa che Miami va cercando in questa stagione, vale a dire almeno tre anelli consecutivi: ad ovest solo i Lakers, nelle due identità di Minneapolis (1952-54) e Los Angeles (2000-02); i Celtics, con addirittura otto titoli consecutivi tra nel periodo 1959-66 (era l'epoca della Dinastia); infine in due occasioni i Chicago Bulls di Micheal Jordan (1991-93, 1996-98).
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