La beffa – per l'Italnuoto – si consuma nelle acque russe di Kazan, destinate alla pallanuoto. Qualora infatti non bastasse la scure dei rigori che prima in semifinale ha negato al Setterosa – poi di bronzo – l'accesso al medal match più ambito, ancor più beffardo è stato l'esito dello shoot-out via penalty riservato al Settebello.
Dopo il meritato e strabiliante successo sugli ungheresi olimpionici, gli azzurri della pallanuoto sono rimbalzati sulla corazzata Serbia, approdata nella finalissima per il titolo iridato. All'Italia le briciole, che consistono nella sfida alla Grecia per la medaglia di bronzo. Avvio equilibrato, con Afroudakis ad aprire le marcature e Francesco Di Fulvio a pareggiare i conti all'inizio del secondo parziale, che si chiude in parità come il secondo e il terzo – in termini relativi – e come i tempi regolamentari – in senso assoluto – sul 7-7, grazie al rigore conquistato da Aicardi e trasformato da Figlioli.
La finalina per il bronzo approda così ai rigori, dove a pesare è il palo colpito da Alessandro Velotto, che apre al break ellenico. Nessun errore dalla parte opposta della piscina, uno ancora – invece – per l'Italia: è quello di Di Fulvio, che sbatte sulle mani di Flegkas, come il sogno di medaglia del Settebello. L'ulteriore beffa a cui si faceva riferimento – non bastasse il bronzo – è legata alle Olimpiadi di Rio: solo chi fosse sul podio, infatti, avrebbe avuto la certezza di parteciparvi. Carta olimpica da rincorrere dunque nei prossimi appuntamenti internazionali. Nel derby balcanico è la Serbia ad aggiudicarsi l'incontro che vale il tetto del mondo: grazie a un secondo e quarto parziale pressoché perfetti, i serbi hanno spazzato via gli avversari, trascinati all'oro da un grande Andrija Prlainovic, autore di una pesantissima tripletta.
Se al Settebello la delusione della medaglia di bronzo si somma a quella di aver solo sfiorato la carta olimpica, in campo femminile non basta al Setterosa l'essere andato a medaglia. Nella finale del terzo posto – nata sotto i tutt'altro positivi auspici del doppio vantaggio australiano in avvio – è Tania Di Mario ad issarsi quale simbolo della rimonta azzurra, culminata – grazie anche alla sua tripletta – nel doppio vantaggio all'intervallo. Le oceaniche si riprendono alla grande ribaltando il risultato che le ha viste col bronzo al collo quando al termine dell'incontro mancavano poco più di 250 secondi. Di Rosaria Aiello il gol che vale i rigori, dove Laura Teani mura quello decisivo di Hannah Buckling.
Già sicure – uniche ad esserlo – della partecipazione alle Olimpiadi, Stati Uniti ed Olanda hanno dato vita ad un'avvincente finale sul tetto del mondo, dove a spuntarla di misura e grazie ad un terzo quarto da tre reti segnate, sono le statunitensi. A far la differenza è la sassata di Courtney Mathewson, che spedisce gli USA sul gradino più alto del podio.
LP
Dopo il meritato e strabiliante successo sugli ungheresi olimpionici, gli azzurri della pallanuoto sono rimbalzati sulla corazzata Serbia, approdata nella finalissima per il titolo iridato. All'Italia le briciole, che consistono nella sfida alla Grecia per la medaglia di bronzo. Avvio equilibrato, con Afroudakis ad aprire le marcature e Francesco Di Fulvio a pareggiare i conti all'inizio del secondo parziale, che si chiude in parità come il secondo e il terzo – in termini relativi – e come i tempi regolamentari – in senso assoluto – sul 7-7, grazie al rigore conquistato da Aicardi e trasformato da Figlioli.
La finalina per il bronzo approda così ai rigori, dove a pesare è il palo colpito da Alessandro Velotto, che apre al break ellenico. Nessun errore dalla parte opposta della piscina, uno ancora – invece – per l'Italia: è quello di Di Fulvio, che sbatte sulle mani di Flegkas, come il sogno di medaglia del Settebello. L'ulteriore beffa a cui si faceva riferimento – non bastasse il bronzo – è legata alle Olimpiadi di Rio: solo chi fosse sul podio, infatti, avrebbe avuto la certezza di parteciparvi. Carta olimpica da rincorrere dunque nei prossimi appuntamenti internazionali. Nel derby balcanico è la Serbia ad aggiudicarsi l'incontro che vale il tetto del mondo: grazie a un secondo e quarto parziale pressoché perfetti, i serbi hanno spazzato via gli avversari, trascinati all'oro da un grande Andrija Prlainovic, autore di una pesantissima tripletta.
Se al Settebello la delusione della medaglia di bronzo si somma a quella di aver solo sfiorato la carta olimpica, in campo femminile non basta al Setterosa l'essere andato a medaglia. Nella finale del terzo posto – nata sotto i tutt'altro positivi auspici del doppio vantaggio australiano in avvio – è Tania Di Mario ad issarsi quale simbolo della rimonta azzurra, culminata – grazie anche alla sua tripletta – nel doppio vantaggio all'intervallo. Le oceaniche si riprendono alla grande ribaltando il risultato che le ha viste col bronzo al collo quando al termine dell'incontro mancavano poco più di 250 secondi. Di Rosaria Aiello il gol che vale i rigori, dove Laura Teani mura quello decisivo di Hannah Buckling.
Già sicure – uniche ad esserlo – della partecipazione alle Olimpiadi, Stati Uniti ed Olanda hanno dato vita ad un'avvincente finale sul tetto del mondo, dove a spuntarla di misura e grazie ad un terzo quarto da tre reti segnate, sono le statunitensi. A far la differenza è la sassata di Courtney Mathewson, che spedisce gli USA sul gradino più alto del podio.
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