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Play-off: l’analisi del dopo Sangiovannese–San Marino

24 mag 2010
Play-off: l'analisi del dopo Sangiovannese-San Marino
Play-off: l'analisi del dopo Sangiovannese-San Marino
Ci sono diversi modi di decifrare una partita di calcio in molti casi la fantasia supera la realtà ed è forse questo che fa innamorare follemente di questo sport. Diciamo che il San Marino ha avuto sfortuna in una “terra di leoni” come Sangiovanni Valdarno. La traversa ha negato la gioia del goal a Marco Testa, e altre tre- quattro conclusioni da lontano potevano, con una deviazione benigna raggiungere l’obiettivo. Nella ripresa poi ancora, Testa, ha alzato da pochi metri e un paio di altre conclusioni di quello che almeno fino a due mesi fa era una forza della natura: Alessandro Cesca potevano dare il pareggio. Dove è finito il bomber che faceva tremare la categoria? Semplificando i Titani hanno tutto per ribaltare il risultato. La realtà invece è un'altra: il San Marino è una squadra sgonfia mentalmente, non è un corpo unico, non vince una partita dall’11 aprile, tre punti arrivati in una maniera a dir poco rocambolesca con la Nocerina. I segnali di una certe tendenza c’erano tutti. Tatticamente è un cantiere aperto a stagione finita: nelle ultime due gare di regoular season, Mendo, era convinto che, sfruttare tutto il potenziale offensivo cioè Poletti-Grassi-Cesca e Gasparello fosse la mossa giusta. All’improvviso cambio di marcia e a Valdarno si gioca con 5 difensori, modulo provato una settimana. Con l’improvvisazione non si vincono i play-off. Ci vuole una scossa forte e decisa. La percentuale di passaggio è ancora 50 e 50. Il San Marino deve rialzarsi davanti ai suoi tifosi che per una volta avrebbero il dovere di esserci.

Lorenzo Giardi

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